venerdì 15 maggio 2020

72 ANNI DALLA NAKBA





E così oggi, 15 maggio, sono 72 anni dalla Nakba, la cacciata dei palestinesi dalla Terra natia per mano israeliana ed inglese.
Non si può ricordare solo quel momento, poiché in 72 anni gli israeliani c'hanno nutrito con orrori quotidiani. La Nakba non si è mai fermata; 72 anni fa ha solo avuto inizio.
Qualche giorno fa, ho visto il film “The Eichman Show”, sul processo di Eichman a Gerusalemme. Ho trovato un passaggio interessante quando il regista israeliano che doveva seguire il processo facendone uno show (che si discostava dalla realtà), chiedeva ad un'israeliana: “a te piace qui? Israele, ti piace?”. La giovane risponde “è la nostra terra, sono venuta dalla Cecoslovacchia dopo la persecuzione nazista”. Il regista incalza “sì, ma l'idea di creare israele è partita molto prima dello sterminio degli ebrei e questa terra era già abitata dagli arabi”. La risposta sionista della giovane, che con sguardo freddo, tace il regista è “noi la volevamo di più”.
Quel “volere”, per chi conosce la Palestina, sa che non è una questione di desiderio, ma di essere disposti a tutto in nome di israele. Patriottismo, Nazionalismo, razzismo. Il Genocidio del popolo palestinese continua da allora, da quando hanno “voluto” occupare la Palestina. Tutta la storia della Palestina è disumana e ancor più disumano è quando si pensa che i palestinesi non vengono “scacciati”, ma tenuti chiusi in lembi di terra (Gaza), in campi profughi o ghetti. Impossibile entrare o uscire. Insomma, la Palestina è una prigione.
Perchè creare una prigione per un popolo intero?
Ho cercato di spiegarlo con l'ultimo documentario (L'esperimento) uscito ad ottobre 2019 e con il tour di presentazione interrotto dalla “pandemia”. Non starò, pertanto, a ripetere qui ciò che annunciavo nel film e che è poi accaduto.
Credo che a 75 anni dalla Nakba, pianterò un ulivo come si fa in Palestina; ma, qui in Italia. Tanto, sono anni, che anche qui uccidono gli alberi.
Per tutti coloro che hanno sempre e solo pensato alla Palestina, come un problema di “conflitto per una terra” o di sola “apartheid” e, pertanto, limitato a quella terra; forse vi fa comodo pensarlo.
Spero di riprendere presto con il tour del film; nel frattempo sto strutturando il prossimo documentario.


p.s.: e sì, oggi sono anche 5 anni che mi hanno sparato. Lo ricordo con un sorriso.

mercoledì 13 maggio 2020

QUANDO VENGONO BRUCIATI I LIBRI




Apprendo dalle notizie che poche ore fa, la libreria Tribolo di Bologna è stata perquisita dal ROS. Apprendo altresì, che 8 persone sono state arrestate e ad altri 4 obbligo di dimora con firma. Conosco tutti loro, conosco la libreria Tribolo di Bologna (ma questo non cambia nulla).
Vivo a Bologna da qualche anno per scelta. Bologna, la capitale della regione più rossa del nostro Paese, la capitale artistica, filosofica, e culturale; da anni non lo è più. Ho viaggiato e vissuto in molte città, per poter dire che Bologna è diventata la città più fascista in Italia.
La dimostrazione di quello che dico è quest'azione di questa notte: fermare una libreria. I nazisti bruciavano i libri.... (Guarda caso, l'anniversario del rogo dei libri a Berlino, è il 10 maggio).

Ed è un po' un dejavù per Bologna, perchè già era accaduto anni fa con lo spazio Fuoriluogo. Spazio chiuso, tutti arrestati, imprigionati e poi dopo anni di processi....tutti assolti.
Le accuse, anche questa volta, paiono infamanti ed assurde. Queste persone, come tutti, non avevano nemmeno la possibilità di andare al parco visto il lockout; figuriamoci fare altro.
Quindi, ancora una volta, è un attacco agli ideali, ad essere contro lo Stato. E' inaccettabile. Bologna tutta dovrebbe alzarsi davanti a questo. O si è da una parte o si è dall'altra. Il silenzio è ovviamente dalla parte degli oppressori.
Tutta la mia solidarietà a chi ha portato avanti gli ideali di Libertà, di anti-stato, di informazione e di cultura.

venerdì 8 maggio 2020

CIAO PINA, GRANDE COMPAGNA





Torno a scrivere (anche sui social) con le lacrime ed il cuore in mano.
Questa notte la Pina dell'ANPI di Valle Elvo e Serra (Biella) ci ha lasciati. Era ricoverata in oncologia da metà aprile.
La Pina è una grande compagna per me e per tanti. Quando ero stata lì per le proiezioni dei film, avevo dormito da lei. Mi aveva fatto le cotolette e le patatine, come quando ero da mia nonna da piccola. E lì, a casa sua, con la Pina, le cotolette, in quel Piemonte dove mi ha dato le origini, avevo respirato l'aria di casa. Di ciò che stava facendo la Pina avevo parlato in quest'articolo, della ciclofficina Thomas Sankara. ( https://samanthacomizzoli.blogspot.com/2019/11/ ) Persone meravigliose che spendono la propria vita per gli altri.
La morte fa parte della vita e la vita è questo, un incidente. E' così per tutti noi, ma davanti alla perdita di persone come la Pina, mi sento più piccola ed insignificante.
Se ne è andata una gigante.
Condoglianze al figlio, a tutti i parenti ed amici. Un abbraccio ad Oreste.