Questa mattina ho
ricevuto un aggiornamento dalla Palestina. Soggetto: Rawabi.
Per chi non sapesse cos'è
Rawabi, qui c'è il mio articolo di anni fa:
https://samanthacomizzoli.blogspot.com/2015/05/dentro-rawabi.html
Rawabi è stato
inaugurato ed aperto già da un po' (ovviamente io non c'ero già più
in Palestina). Pensavo fosse finita così, con appartamenti per
ricchi palestinesi ( e non) che in realtà vivono all'estero. Invece
no....
Ho saputo che a Rawabi
vengono organizzate settimanalmente feste per gli shebab con alcool,
droga e figa. Altresì che gli appartamenti sono vuoti ed affittati a
giorni come bed & breakfast o ad ore...
Gli shebab partecipano
alle feste, magari gli trovano anche un lavoro schiavista poco
retribuito ed il gioco è fatto: zitto, lavora come un asino, non
parlare di politica, la felicità è questa che trovi a Rawabi.
Lavora, mangia, caga e dormi. Non pensare.
Mi è spiaciuto dover
commentare ai palestinesi, che è lo stesso protocollo che hanno
creato dappertutto. E' il pensiero globale di merda di renderci
schiavi incapaci di pensare e, quindi, di ribellarsi.
Ribellione non è solo
tirare un sasso contro ad una banca; la ribellione può avere molte
forme. La mia ribellione sarà uscire da questa logica imposta e
aprire un nuovo percorso partendo da zero. Partendo dalla scuola. Ma
di questo ne parlerò a tempo debito.
Aldilà di Rawabi e della
Palestina, questa mia è per riflettere su cosa abbiamo da perdere se
ci ribelliamo. Si può perdere il lavoro? Beh, se è un lavoro di
merda, se ne troverà un altro; è pieno di posti di lavoro di merda.
Si può perdere l'equilibrio con taluni? Può essere, ma è molto più
prezioso ed indispensabile l'equilibrio dentro di noi. I soldi, le
case, le cose, la fame.... vanno e vengono, ma la dignità una volta
andata non torna più.
Questa mia è per
invitare le donne oppresse da mariti stolti a ribellarsi, i
lavoratori repressi da posti di lavoro schiavisti a ribellarsi, le
donne e gli uomini schiacciati dal potere a ribellarsi. Riflettere,
parlare con le persone delle quali ci si fida e per le quali si nutre
stima e trovare una via d'uscita; chiedendosi “cosa vorrei fare”,
“come mi piacerebbe vivere”. Ideare, progettare, organizzarsi,
costruire un nuovo percorso per ricostruire l'umanità.
Non auguro “lunga vita”
ai ribelli. Corta o lunga che sia la vita dei ribelli, sarà comunque
dignitosa e da persone LIBERE.
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