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martedì 28 ottobre 2014

BUSSATE A QUELLA PORTA....



Cosa faccio quando non sono su facebook a pubblicarvi le notizie? Pensate che “l'enorme lavoro” (così definito da voi in messaggi privati) per il quale io sono qui, sia questo?
Perchè nessuno di voi me l'ha mai chiesto?
Quando mi collego a facebook per me è staccare la spina da dove sono, ci credete? Con le notizie che do..io stacco la spina.
Quello che conoscete del mio attivismo è il 10%. Vi faccio l'esempio di oggi.....giornata senza appuntamenti.
Vado nel suk a fare la spesa. Io ho delle bancarelle fisse per fare la spesa, sono bancarelle particolari.
La mia prima tappa è il pane. Vado da un uomo che dimostra 80 anni, ma è sicuramente più bassa la sua età anagrafica. Non sta in piedi e gli manca un braccio. Ha fatto due Intifade. Ha un pane buonissimo e non “carica” il prezzo del pane a me, perchè sono straniera. E' un uomo onesto, uno con gli occhi lucidi che non riescono più a piangere. Non gli ho mai chiesto la sua storia perchè ho sempre avuto l'impressione che non abbia voglia di raccontarmela. Rispetto la sua discrezione e mi fa piacere comprare il pane da un uomo che con dignità no chiede la carità, ma sta lì a lavorare per (sicuramente) mantenere la sua famiglia. E' uno che se arrivano persone cattive gli possono fottere tutto quello che ha in due secondi e molto probabilmente spera che non accada, ma lui sta lì. Tutto il giorno e tutti i giorni.
La seconda tappa è l'uomo del formaggio. Lui non ha nemmeno la bancarella, ha solo due secchi con dentro il formaggio che produce e sta in piedi perchè non c'è posto in quell'angolo del suk per lui. Anche lui dimostra 80 anni, ma né avrà sicuramente di meno.
Terza tappa: carote e patate. Quest'uomo è distrutto fisicamente, e ha solo da vendere carote e patate su due tavolini. Un kg di carote lo pago 4 shekel (1 euro), Ci pensate? Quanti soldi potrà fare per vivere quando ha finito la giornata. Quanti soldi avrà per mantenere i suoi figli e sua moglie?
Poi, vado dall'uomo dei lupini. E' un vecchio, seduto, fra due bancarelle. Ha una bacinella di plastica con dentro i lupini che vende a 1 shekel e mezzo a sacchettino. Quest'uomo è molto vecchio ed è cieco. Quindi può solo sperare che gli altri non gli freghino e lupini, quelli che passano di lì. Ha la schiena curva e non può vedermi in faccia. Io lo guardo sempre e ho lo stesso pensiero che nutro per gli altri dai quali sono già stata, ma ve lo dirò alla fine.
Ultima tappa: pomodori, cipolle e altre verdure. Di quest'uomo avevo scritto un articolo già mesi fa. E' all'angolo di casa sua con una bancarella. Il muro è stato bombardato dai missili che gli israeliani hanno sparato di notte quando sono entrati nel suk. Si, sono entrati in un suk largo due metri con un arnese lanciarazzi largo 1,80 e hanno sparato i missili sulle case. Lui ha tutte le gambe piene di segni e il fratello è morto. Sulla parete c'è una foto grandissima del figlio che è in prigione dalla seconda Intifada. E' stato preso da israele con l'accusa di “avere l'intenzione di mettere una bomba”..... E' ancora in prigione e il padre stava aspettando l'udienza di questo ottobre da anni... Oggi mi ha detto che è stata rinviata senza data. Oggi era con un suo amico, un uomo anziano come lui. Ci ha presentate e gli ha detto come mai ho un tutore alla gamba e zoppico.
L'amico mi ha detto “abbiamo molto rispetto per voi, per quello che fate per la Palestina..ma...dovete sapere che noi, noi che abbiamo fatto due Intifade, che siamo pieni di cicatrici, amputazioni, figli e parenti ammazzati o presi da israele..ecco noi...stiamo qui seduti mentre voi andate ad Ofer a farvi sparare da israele..sapete perchè? Perchè noi la verità ce l'abbiamo negli occhi. E' quella verità che ti fa gli occhi lucidi e non sai piangerla, perchè dopo tutto quello che abbiamo fatto e passato, ora la diciamo: in Palestina ci sono Palestinesi orrendi che hanno VENDUTO la Palestina ad israele”.
Tutti questi uomini, per me, sono la Resistenza. Stanno lì senza alcuna speranza, senza forze, senza nessuno che si accorga di loro e che si ricordi di loro. Ma stanno lì, soffrendo.

Torno a casa, con i sacchetti della spesa piena e con il cuore vuoto, la testa è come dentro ad un alveare. Non ho più forze dopo aver fatto la spesa nel suk di Nablus, in Palestina. O almeno, da quelle bancarelle dove sono stata io, se uno va nei negozi al massimo si trova a litigare per il prezzo perchè sei straniero...

Oggi su facebook mi trovo in una discussione dove mi si chiede in merito alle Donne Palestinesi..e non è la prima volta.
Scusate...per carità, io vi rispondo, ma dopo aver fatto la spesa come fate voi...mi viene l'ulcera dal nervoso e mi viene da dirvi: cazzo, ma perchè non andate nella vostra città a parlare con le Donne Palestinesi, Siriane, Rom, Marocchine, Tunisine, etc. etc.. Perchè chiedete a me su facebook?
A che pro? A cosa serve? Andate e bussate alla loro porta, non come turiste del cazzo, ma come amiche. Come persone UMANE. Create un rapporto, parlate con loro, bussate alla porta della vostra vicina e andate a prendervi un caffè. Fate una passeggiata con le donne Rom.
E' inutile, davvero inutile, parlare di diritti umani in Palestina se non vedete la vostra vicina di casa. Tutte le volte che mi scrivete “mi sento inutile e non posso fare niente davanti ad un bambino ucciso da israele”. Andate in una carovana dei Rom e mangiate con loro. Questo è lavorare per i diritti umani.
Pensate che serva a fermare il mostro pubblicare le notizie su facebook? Davvero? Se davvero servisse a fermare il mostro, il mostro mi avrebbe già fermato.

Divulgare le notizie fa solo crescere la consapevolezza di un fatto che è accaduto, dopo però, ci deve essere il resto..il lavoro affinchè quel fatto non accada più.

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