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mercoledì 29 ottobre 2014

RESISTENZA PALESTINESE: AJA



La foto che allego all'articolo è stra famosa, ma non so quanti conoscono la storia di questa foto...cos'era successo, chi è quella Donna..
Oggi sono andata da lei, a Salem, Nablus. La chiamano “Aja”, qui in Palestina viene usato per le donne vecchie o per le donne che sono state alla Mecca. Questa Aja ha 67 anni e alla Mecca c'è stata 3 volte. Quindi è Aja a tutti gli effetti.
Quando arriviamo ci mostra la foto che lei ha incorniciato, poi, per parlarci ci porta in mezzo agli ulivi, lì sul quel terreno dove è successo tutto.
Sono passati 7 anni da quel giorno. Aja ha sentito la motosega in mezzo agli ulivi e ha capito. Salem (che significa “pace”) è un villaggio che confina con l'insediamento illegale di Elon Moreh ed è blindato dal checkpoint di Beit Furik (ve lo ricorderete in un qualche mio video di scontri e dove ci sono stati parecchi shebab uccisi dai soldati israeliani).
Quindi la Aja ha capito che lì c'erano i coloni di Elon Moreh che gli stavano tagliando gli ulivi. E' arrivata con suo figlio correndo, piangendo ed urlando “Allah Akbar”. I coloni sono scappati e a circondare il terreno sono rimasti i soldati israeliani, che non facevano un cazzo, né per fermare i coloni né dopo.
Aja, quando ha visto gli ulivi con i rami tagliati lo ha abbracciato. Mi ha spiegato che gli ulivi sono la vita, sono la Palestina. Perchè loro lo piantano piccolino e lo accudiscono anno dopo anno e cresce piano piano..e quando diventano grandi, questi alberi ricambiano chi li ha allevati dando le olive. Potete immaginare cosa voglia dire, quindi, tagliare o bruciare gli ulivi. Da quella foto famosa capisco che Aja ha una relazione molto forte con la terra e con la natura. Lei semplicemente mi risponde “io sono gli ulivi, io sono la terra”.
La seconda volta che i coloni si presentano sul terreno di Aja gli bruciano gli ulivi.
Ed ecco che arriviamo alla terza volta...quella “inedita”.
Aja vede i coloni e i soldati in mezzo agli ulivi. Si avvicina, i soldati non si muovono e non si muove nemmeno un colono israeliano. Aja arriva lì vicino, senza dire una parola, e prende il colono per la barba (aveva di quelle barbe lunghe tipiche dei coloni). Aja inizia tirare con tutte e due le mani fino a quando lo tira per terra, poi gli mette un piede sulla testa per tenerlo fermo. Prende una pietra e tenendola con la mano la mostra agli altri coloni e ai soldati. Gli israeliani indietreggiano e Aja lascia andare il colono.
Ride quando ci racconta la storia, ha così tanta energia che sebbene sia seduta faccio fatica a riprenderla perchè si anima... Gli diciamo “non hai paura dei soldati e dei coloni, vero?”

Lei mi risponde “chi onora la terra non ha paura”.  

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