Dedico solo 5 minuti
della mia vita per ricordare e come giusta testimonianza, che oggi
alle ore 11,00 saranno 5 anni che gli israeliani hanno attaccato il
taxi in corsa a Nablus sul quale mi trovavo e mi rapivano. Riuscii
solo a mandare un tweet col telefono per avvisare. Ne seguirono
giorni di prigionia (prima alla prigione Ben Gurion e poi a quella di
Givon) torture e la deportazione. Si concludevano così, due anni di
vita in Palestina.
Non sono mai stata in
“stato d'arresto” a detta proprio degli israeliani e confermato
anche al Console italiano quando mi fece visita.
Non stavo manifestando e
non ero a Kuffr Qaddum. Ero a Nablus, dove vivevo, su un taxi.
Non ho fatto lo sciopero
della fame perchè mi ritenevo una prigioniera politica, bensì per
chiedere il rilascio dei 350 bambini palestinesi che israele aveva
imprigionato; che mi ritenevo prigioniera politica, questo sì. Se su
google scrivete “samantha comizzoli arrestata” vi rendete conto
di come lavorano i media.
Nessun
avvocato/governo/associazione colse il mio appello/sciopero della
fame per chiedere la liberazione dei bambini.
Ora, poiché non permetto
al passato di rovinarmi il presente; ho dedicato solo 5 minuti della
mia vita, per scrivere sta roba e ricordarlo.
Ho continuato a costruire
cose in Palestina e per la Palestina anche dopo la mia deportazione e
continuerò a farlo.
Pertanto, l'unico
commento che mi viene è “israele, va a fare in culo”.
Fine
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