Ieri mattina gli
israeliani hanno ucciso con i missili una bambina di un anno e mezzo
e la madre incinta al nono mese.
Qualche mese fa i
cecchini israeliani hanno ucciso in mezza giornata 52 persone (fra
questi donne e bambini).
Fra la prima e la seconda
notizia sono seguiti altri palestinesi (anche bambini) uccisi quasi
tutti i giorni.
Quest'estate stiamo
assistendo ai soliti centinaia di morti nei barconi della speranza in
Mar Mediterraneo, così come tutte le estati da anni.
Ci sono morti in Libia,
Yemen, Siria (ultimamente parrebbe passata un po' di moda).
Ci sono campi profughi in
Giordania, Libano, Siria, Palestina, etc.etc..
Notizie che abbiamo tutti
i giorni nonostante i giornalisti (quelli veri) vengono uccisi,
imprigionati, perseguitati.
Le notizie ci sono, tutti
i giorni. Tutti i giorni ci sono centinaia di morti. Domani ce ne
saranno altri.
Eppure è ferragosto.
Molti di noi sono senza lavoro, alcuni di noi senza casa, altri non
riescono a pagare le bollette, altri subiscono quotidiane umiliazioni
e privazioni di diritti umani; altri ancora perdono la vita in
incidenti stradali o incidenti sul lavoro. Poi donne violentate o
picchiate o uccise.
Ripeto.. le notizie ci
sono, tutti i giorni. E domani ci saranno altri diritti negati, altre
donne picchiate, altri morti.
I morti sono diventati
quotidiani in una società apatica, rincoglionita, priva del più
basilare ragionamento, priva di argomenti, priva di inventiva, priva
di idee e ideali. Soprattutto in Italia. Amebe.
Ce l'hanno fatta! Hanno
creato una società dove i cattivi possono permettersi di far tutto
ciò che vogliono; tanto le amebe non reagiscono davanti ai centinaia
di morti quotidiani.
O no?
E' così. Però intravedo
una falla in questo sistema:
se i morti non hanno più
importanza, se domani ce ne saranno altri senza alcuna reazione e
dopodomani uguale... allora nemmeno l'Olocausto “usato” per
creare israele susciterà più reazione nelle amebe.
Insomma...la
motivazione data per il progetto israele, non fa più "effetto".
Nessun commento:
Posta un commento