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giovedì 4 agosto 2016

IL BUSINESS DEL MURO (parte 2)



…. segue l'articolo precedente.

Siamo dall'altra parte del muro, “dentro” oppure “fuori” a seconda da dove lo si guardi.
Alcuni giorni fa c'è stato un fatto passato in sordina.... : a Tulkarem la polizia palestinese ha portato via 200 shebab in una botta sola.
Cos'è successo? Ora ve lo racconto.
Come avevo già scritto, oramai si respira aria di elezioni in Palestina. Preciso che si tratta delle elezioni locali, perchè il governo palestinese se ne guarda bene dal rifare le elezioni in tutto il Paese.
Però, appunto, iniziano i giochi per elezioni locali. E sono dei gran giochi, come quello di Tulkarem.
C'è un ministro di Tulkarem che aspira a diventare Sindaco, parrebbe oltretutto che non sia affatto un palestinese povero.
Qualche giorno fa a Tulkarem è scoppiata la protesta, perchè da giorni viene tolta la corrente elettrica.
In moltissimi sono scesi in piazza a protestare, davanti al municipio. E qui tutti a pronti a dire “eh, sarà stato israele a tagliare la corrente”. No. Non sembra affatto così, ecco perchè tutti protestavano davanti al municipio palestinese di Tulkarem.
In quella protesta sono stati, poi, arrestati i 200 shebab dalla polizia palestinese che ha represso per tutto il giorno fino a poi lasciare il passo ai soldati israeliani la notte.
Parrebbe, infatti, che questo ministro abbia fatto togliere la corrente elettrica. Perchè? Perchè così gli abitanti di Tulkarem voteranno chi gliela promette. Semplice.
Intanto 200 shebab stanno nella prigione palestinese...
Lo stesso ministro ha fatto distruggere una “piazza spontanea” appena sorta. A Tulkarem c'è un viale molto lungo e proprio perchè così lungo, le auto sfrecciano ad alta velocità. Situazione pericolosa che ha già visto numerosi incidenti e soprattutto investimenti di pedoni.
Così gli abitanti hanno pensato di fare una piazza spontanea, dove ci sono i bambini al sicuro e dove le auto sono costrette a rallentare.
Però il ministro deve sfrecciare proprio su quella strada con la sua auto e vuole farlo ad alta velocità. E quindi ha fatto distruggere la piazza.
Letto il primo articolo sul business del muro e letto questo secondo, lo so che il morale va sotto ai coglioni...perchè si perde la speranza.
Eppure dovete pensare che i palestinesi lì ci vivono ed esistono perchè resistono anche se sanno tutto questo che io vi scrivo in poche righe.
Questa mattina due shebab sono saltati su una jeep israeliana che sparava, con l'applauso di tutti. Gli israeliani hanno sparato in faccia ad uno dei due.....
Bilal Kayed dopo 14 anni di prigione è arrivato al 51° giorno di sciopero della fame. Molti prigionieri lo stanno supportando facendolo anch'essi. Anche George Abdullah dalla prigione in Francia.

Essere palestinesi non vuol dire nascere in Palestina (come quel ministro di Tulkarem). Essere palestinesi vuol dire prendersi uno sparo in faccia e dire “non c'è problema”; essere palestinesi è la frase che allego in foto e con il sorriso.


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