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venerdì 22 maggio 2015

GLI OCCHI DI NIDAL



Ieri ho fatto visita a Nidal, il fotografo al quale hanno sparato assieme a me il 16 maggio. Nidal stava fotografando che mi avevano sparato la prima rubber bullet, quando ne è arrivata una seconda (e non ho ancora capito se la seconda ha preso me di striscio al braccio e poi ha colpito lui o se ce ne sono state altre due) che è entrata nella sua maschera antigas, rompendola, e ha colpito l'occhio sinistro.
Non è la prima volta che sparano a Nidal, ovvio qui in Palestina, gli avevano sparato altre due rubber bullet anche la settimana prima nella pancia. Stava fotografando... è il suo lavoro.
Purtroppo Nidal non può ancora tirare il sospiro di sollievo, non sa ancora se dovrà essere operato oppure no. L'occhio non è messo bene, non ci vede e non può aprirlo. Nidal ha forti emicranie e dolori all'occhio persistenti. L'hanno imbottito di gocce e medicinali e gli hanno imposto il sonno continuo..... Non vede i messaggi su facebook perchè non ci vede, ma gli ho detto del vostro sostegno dall'Italia e gli ha fatto piacere.
Abbiamo parlato, ieri, io e Nidal di quel momento.. Il cecchino voleva uccidere. Era piazzato sdraiato per terra, la canna del fucile era ad altezza gambe, ma ha mirato me al cuore e a Nidal in faccia. Ha alzato la mira.

Nidal in questo momento non sta lavorando, ovvio, 3 figli e moglie da mantenere... Medicine tutte da pagare... E' andata bene, certo, siamo ancora qui. Ma, Nidal è un fotografo, un giornalista, stava scattando una foto; io ero con le braccia aperte e camminavo. E israele è il killer che non paga mai.




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