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lunedì 25 maggio 2015

CHI UCCIDE VIYAN PEYMAN



Viyan Peyman, di Maku in Kurdistan orientale (Iraq), combattente kurda che alleviava il morale dei combattenti cantando canzoni con la sua bellissima voce. E' morta il 6 aprile 2015 durante un combattimento contro l'isis. Martire.
La “giornalista italiana” Doriana Goracci scrive che è stata uccisa mentre combatteva contro lo “stato islamico”..... Questa non è ignoranza, questa è stronzaggine. Ma non voglio scrivere attaccando la stronzaggine, non mi interessa, voglio scrivere CHI uccide Viyan Peyman.
Vi sarà capitato sovente di trovarvi di fronte a fotografie della Palestina prima del 1967, quelle in bianco e nero. Avete notato le donne? Poche con il velo, quasi tutte sorridenti, con le gonne, i capelli sciolti, foto anche di danze arabe. Cos'è successo dal 1967 ad oggi? Perchè oggi le donne in Palestina non possono danzare, andare in bicicletta, devono essere coperte, non possono ridere o parlare ad alta voce in pubblico, non possono camminare mano nella mano con il loro consorte, e molto altro?
Scusate eh, ma il Corano è stato scritto prima del 1967 e non è cambiato, e prima dei quella data qui erano musulmani.
Chi era in Palestina nel 1967 o seguiva le sue vicende quotidiane se lo ricorderà: nel 1967 gli arabi persero la guerra, in quel momento alcuni Sheik (persone che interpretano le scritture del Corano e le divulgano al popolo) parlarono tutti concordanti al popolo dicendo che la colpa era delle donne. Che gli shebab erano distratti dalle donne e quindi quest'ultime dovevano “coprirsi e che alcuni comportamenti diventavano vietati”.
Non c'è niente di peggio dell'incolpare le vittime, ed opprimerle ancora di più. Questa si chiama repressione su altra repressione e non ha nulla a che vedere con il credere in Dio, anzi, va contro Dio. Un essere di potere che reprime la libertà di altri esseri può solo essere contro Dio.
La domanda successiva potrebbe essere “perchè tutti hanno creduto a quegli Sheik?”. Forse perchè non hanno fatto solo questo, ma hanno anche: impoverito l'educazione e l'istruzione censurando ed omettendo, hanno limitato le arti, lo spettacolo, la cultura, la creatività, inventandosi interpretazioni del Corano estrapolando solo alcune frasi. Qui in Palestina non c'è la danza del ventre, che è nella cultura araba, ma qui è proibita.
Esempio: “il martedì le donne non possono andare in piscina, è scritto nel Corano “
Beh, però gli Sheik che hanno creato tutto questo, perchè l'hanno fatto? O meglio, per chi?

Ecco, allora, ritorno su quello che ho scritto più volte: la Palestina vive sotto più occupazioni. E questa volta, le scrivo tutte.
  • L'occupazione del mostro israele.
  • L'occupazione dell'autorità nazionale palestinese.
  • L'occupazione del mostro economico creato dai primi due mostri.
  • L'occupazione patriarcale creata dai primi due mostri.
  • L'occupazione delle ONG, nata dai primi due mostri.
Della quinta occupazione (ONG) parlerò in un altro articolo, perchè merita spazio. Ma voglio dire fin d'ora che tutte queste occupazioni sono collegate e collaborano fra di loro con un unico scopo, non liberare la Palestina.
La repressione sulla donna non crea controllo solo sulla donna, ma anche sugli uomini che vivono di conseguenza “repressi”.
E' bel pacchetto,anzi, un bel piano: togli la cultura, lo svago, l'istruzione, il lavoro, la terra, la libertà di “scegliere” e “decidere” e fai sentire colpevoli chi si ribella a tutto questo davanti a Dio.
Questa situazione qui è pesante e crea conseguenze sociali pesanti che fanno pagare alla Resistenza. Vi faccio alcuni esempi: uno shebab ha un rapporto sessuale con una donna prima del matrimonio. Purtroppo sta succedendo che in molti casi la donna lavora per israele, sanno benissimo della situazione repressa degli shebab e della società nel quale si vive, quindi la sfruttano. Conseguenza: lo shebab è costretto a sposare quella donna e lavorerà anch'esso come spia per israele.
Altro esempio: dal 1967 ad oggi l'autorità palestinese ha creato “associazioni culturali” per i giovani dove viene prodotta poca cultura, ma soprattutto vengono indottrinati con idee allucinanti. Ho sentito con le mie orecchie uno shebab dire “se quando sarò sposato e mia moglie dovrà partorire all'ospedale non ci saranno medici donne, nessuno la toccherà, può morire”. Eppure la famiglia di questo shebab non si fa di questi problemi. Idee infilategli in testa da questa associazione.
Altro esempio: nella maggior parte dei villaggi le donne non partecipano alle manifestazioni contro israele perchè “non sono adatte e devono stare chiuse in casa”.
Altro esempio: vicino a Nablus c'era un appartamento dove per parecchio tempo venivano portati gli shebab a sfogare la loro repressione sessuale, ebbene.... le ragazze avevano tutte l'aids. L'appartamento era di una persone dell'autorità nazionale palestinese. C'ha fatto anche parecchi soldi.

Questo non ha nulla a che fare con la religione, ripeto, prima del 1967 la percentuale di musulmani era la stessa. Questo è un piano costruito a braccetto con l'occupazione israeliana.
Ci sono donne che stanno lottano contro l'occupazione israeliana, contro l'isis e contro la società costruita da loro. Come vivono se non vengono ammazzate come Viyan Peyman? Male, sono viste come puttane, come pazze, malati mentali, violente, terroriste, che vogliono fare di testa loro.... e questo ritratto viene usato per ogni persona libera che lotta per la libertà. Ovviamente il ritratto non cambia se a dirlo è uno Sheik, o una ONG o l'autorità nazionale palestinese o un “gruppo estremista creato all'ultimo minuto”.

Fa paura chi è libero e non ha sete di potere, ma combatte solo per la libertà altrui, vero?

In allegato il video di Viyan Peyman riportando uno dei commenti, di un compagno:

Viyan Peyman è scomparsa oggi. L'ho incontrata in Kobanê lo scorso dicembre. A quel tempo si stava riprendendo da una ferita. Era stata ferita in un conflitto con ISIS (DAIS), un mese prima. Lei era uno dei comandanti del fronte in Kobanê. Viyan ha sempre combattuto coraggiosamente contro ISIS. Con la sua voce Viyan Peyman dava coraggio e la forza ai suoi compagni. Era una cantante, ma a causa della guerra nel suo amato paese non poteva fare altro che proteggere la gente. Ha cantato elegie, lamentandosi contro l'oppressione, contro la disuguaglianza sociale e contro la cultura maschilista. Oggi abbiamo perso una guida, una persona sociale e solidale forte nella guerra contro il terrorismo. Forza a tutti voi.”

Reber Dosky

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