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venerdì 5 dicembre 2014

Salem, la terra rubata



E' una bella giornata di sole e i contadini approfittano per lavorare la terra. Andiamo a Salem, Nablus, dove la terra è stata rubata da israele. Oggi vorrebbero lavorare quella terra e pregare sul posto. Arrivare su quella collina non è facile, perchè gli israeliani si sono presi anche la strada. Quindi dobbiamo correre su quella salita, a fatica per quanto mi riguarda, ma ci arriviamo senza incontrarli. Il posto è bellissimo e ci sono già le famiglie che stanno lavorando, con i bambini, le pecore e i cani. Nell'aria c'è proprio odore di “terra”. Dopo circa un'ora sulla collina difronte a noi arriva una macchina di coloni. Sono in 3 e sono armati. In simultanea arriva da noi una jeep di soldati. Intano alle nostre spalle tutti hanno iniziato a pregare. Io videoregistro l'arrivo della jeep e poi mi siedo su un sasso e faccio quattro chiacchere con un paramedico. Ma uno dei soldati arriva da noi due. Chiede al paramedico cosa fa lì, e lui gli risponde che fa “primo soccorso” e gli chiedono i documenti. Io giro le spalle e inizio a camminare lentamente per allontanarmi, ma il soldato mi urla in ebraico “dammi il tuo passaporto”. Gli rispondo che non ce l'ho, l'ho dimenticato in hotel, mi rigiro e continuo a camminare mentre sorrido. Lui continua ad urlarmi in ebraico, ma sinceramente, io non lo capisco, non so nemmeno se stia urlando a me. Poi arriva il paramedico e mi dice che gli hanno detto di dirmi che arriveranno altri soldati e verrò arrestata perchè non ho il passaporto. Mi metto a ridere primo perchè i soldati non possono arrestare, possono solo detenere per due ore, secondo perchè so già che non rischiano di fare un lavorone simile in un momento dove non ci sono scontri né problemi. Quindi, come al solito, lavorano sul terrore...essendo terroristi. Dopo circa mezz'ora arriva un altra jeep di soldati e la border police, c'è anche una donna; il che rende tutto un po' più a rischio.
La preghiera è finita e i soldati parlano con il consiglio del villaggio e gli dicono che abbiamo tempo 10 minuti per andarcene tutti. Quelli del villaggio gli fanno presente che i contadini devono lavorare la terra..ma loro rispondono “questa terra è per noi israeliani, dovete andarvene”. Molti del villaggio iniziano ad allontanarsi con i bambini, restiamo in pochi. Davanti a noi arrivano due stronzi di coloni israeliani (e quando dico stronzi capirete il perchè) con le moto. Vengono fino giù nella valle e uno dei due si ferma. Ma tò, ma guarda...ha una telecamera sul casco..... Ripartono con le moto passando sulla terra appena arata e seminata.....

Arriva il momento in cui dobbiamo andare via anche noi. Gli shebab mi circondano perchè i soldati sono sulla strada e dobbiamo passare in mezzo a loro per andar via. Passiamo, la sensazione che ho provato in quel momento non ve la so descrivere, ma anche ora mentre scrivo, mi torna il sorriso sulla faccia...come quando camminavo a testa alta, circondata dagli shebab, in mezzo ai soldati nazisti.

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