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giovedì 6 giugno 2019

COME SI UCCIDE UN GENIO NEL 2019


“L'arte, la storia, l'architettura, non sopravviveranno alla speculazione. Sotto il peso dell'incuria, del mancato interesse e del troppo materialismo”

Walter Comizzoli era il fratello di mio padre Gianni, nati e cresciuti a Novara. Avevano fatto il '68. Mio zio l'aveva fatto “facendo musica”, suonava la batteria. A Novara aveva fatto parte di più gruppi musicali: Angel Faces, Eletric Blue Band, Tre sulla strada. Mia nonna (sua madre) mi raccontava che un giorno era tornato a casa con i capelli rossi e vestito di verde, lei si era spaventata “ahhhh! Chi è lei?”... “dai mama, son mi, il Walter”. Aveva il maggiolone, su quello ci caricava la batteria per andare a suonare. E quella notte che mia mamma doveva partorire me, abbiamo dovuto aspettare che lo zio rientrasse dal concerto, perchè era l'unica auto in famiglia. Scaricata la batteria, tutti a Galliate perchè dovevo nascere io. Il nome, Samantha, me l'ha dato lo zio. Poi si sposò e si trasferì ad Arona. E li si fece “il mazzo” che diede la svolta alla sua vita: lavorava all'Enel di Torino e si iscrisse all'università, vivendo ad Arona faceva su e giù con il treno. Noi abitavamo ancora tutti in una palazzina vicino alla stazione. Così, la sera, quando mio zio prendeva il treno per andare ad Arona, mia nonna usciva sul balcone perchè mio zio la salutava dal finestrino dal treno. Ci vedevamo spesso la domenica, veniva a “fregare” i fumetti già letti da mio padre; tutti i Natali a pranzo da mia nonna con i friciulin, la paniscia e le cotolette. Mi era sempre piaciuto fin da piccola perchè mi faceva ridere, perchè era visto come il matto della famiglia e perchè aveva la “luce artistica”. Aveva anche quel carattere lì, quel carattere di merda che ha contraddistinto mia nonna, mio padre, mio zio e me. Mio zio Walter si è laureato in architettura nel giro di pochi anni. Aprì lo studio di architettura nel centro di Arona. Suoi sono (non so nemmeno quanti) lavori di restauro di edifici storici. Suoi sono i colori urbani di Arona e di Meina. Il restauro della “torre della merda” ad Arona; e tutte le mostre/installazioni.
Amava quello che creava ed i suoi lavori (molti anche a titolo di volontariato per il Comune di Arona), sono innegabilmente geniali.
Il suo humor elegante l'ha sempre accompagnato così come il gusto per la bella vita. Un giorno che mi portò a vedere la statua del San Carlone (gli piaceva molto), mi disse che c'era una scaletta a fianco della statua e che si poteva andare su, nella testa del San Carlone. Io gli chiesi cosa c'era nella testa del San Carlone... mi rispose “eh, c'è una stanza dove si beve e si gioca a carte”.
C'ho creduto fino a pochi anni fa quando mi disse che mi aveva presa per il culo..
Iniziò anche ad insegnare educazione tecnica a scuola, prima a Lesa (per poco tempo) poi tanti anni a Dormelletto. Dall'insegnamento arrivò il periodo della pensione; lo studio d'architettura, invece, rimase.
Mio zio creava bellezza, o meglio...cercava di regalare la bellezza che aveva dentro e fuori attraverso le sue creazioni. Questa bellezza lo portò ad amare ed essere amato da più d'una compagna di vita (anche questo è carattere dei Comizzoli) fino ad arrivare all'amore di Liana; mia zia.
Vivevamo ognuno per i cazzi propri, mio zio, mio padre ed io. Tutti distante l'uno dall'altro ed ognuno con i suoi problemi quando mio padre si ammalò. Fu mio zio a prendersene cura; io non ho avuto la forza né fisica né psichica per vedere mio padre morire. Lo zio accusò il colpo.
Ma lo zio iniziava ad accusare il colpo anche di quella realtà che avete letto nella prima frase di quest'articolo e da lui stesso scritta.
Il mondo iniziava ad essere brutto, ad essere devastato. Non parlo solo della speculazione edilizia. Perchè, vedete, ho sempre pensato che l'architettura e l'arte rispecchino la società. Si iniziava a distruggere la bellezza, schiacciata dall'orrore. La disumanità, il materialismo, l'egoismo, il cattivo gusto prendevano piede nei rapporti umani e davanti ai nostri occhi.
Zio Walter iniziò a spegnersi, a bere e a perdere la creatività. Ed è qui che per molti non era più “d'elite”, non era più per la “cremè di Arona”; diventava, forse, imbarazzante?
Così, gli “amici” aronesi hanno iniziato a dileguarsi. Qualcuno gli ha tolto addirittura il saluto. Sparito anche il Comune di Arona.
Walter ha passato gli ultimi anni della sua vita al Bar Spagna e, come ho detto al funerale, non mi è stato difficile capire perchè quando ci sono stata. Un posto dove il tempo si era fermato. Dove incontrava persone umili, forse di un ceto sociale non da “cremè aronese”. Quelli che, dall'elitè, forse, vengono definiti “gli ultimi degli ultimi”. E io credo, che fra un bicchiere e l'altro, mio zio al bar Spagna abbia trovato l'umanità, la pietà, la compassione.
Solo un paio di amici hanno cercato di aiutarlo e gli sono stati vicini fino alla fine. Il film a cartoni animati che sto cercando di fare, era per lavorare con lo zio...gli avevo proposto di lavorare assieme a questo progetto “zio, tu fai i disegni e io li animo”. Gli era piaciuta l'idea, ma poi come con tutti gli altri....non lo faceva. Anche i miei tentativi sono andati a vuoto. Aveva perso interesse per tutti e tutto. L'unica cosa del quale non poteva fare a meno, era la musica al pianoforte ed i disegni della sua nipotina Sonia.
E su tutti, soprattutto, Liana. Quanto si sia data, quanto abbia dato, quanto abbia fatto, disfatto e sopportato per cercare di salvarlo. Ma, dello zio, oramai, era rimasto solo l'involucro negli ultimi tempi.
Mio zio Walter è morto d'infarto, il cuore non ce la faceva più. E' morto con viso sereno e con un sorriso dei suoi, giocondo. Tanto che per due giorni, io e mia zia Liana avevamo il dubbio che ci stesse prendendo per il culo. Ho ripensato a quando gli avevo detto “vivere e morire come Baudelaire”....
Aveva deciso di lasciarsi morire; di infliggersi torture quotidiane. E continuava a dire che aveva perso la creatività. Ma gliel'avevano fatta perdere la creatività....
Gli “amici” quelli che prima andava bene il Comizzoli....si fossero mai presentati a suonargli il campanello una volta per dirgli “dai Walter, vieni con noi alla mostra”. Spariti tutti (tranne gli amici che ho citato già sopra). Ecco, e secondo voi, quelle persone lì che sono sparite per anni, o che gli avevano tolto il saluto...cosa cazzo dovevano venire a fare al funerale? A salutarlo? Ma davvero? Ora che è morto, vogliono esserci?
La decisione di zia Liana e condivisa da me, è stata di non dire a nessuno che Walter Comizzoli era morto; tranne ai pochissimi che gli sono stati vicino.
Un problema per Arona e Novara... non poter fare il solito evento mondano. E oltretutto (siccome le voci girano ugualmente), qualcuno si è imbucato ugualmente. Guardate, ve lo dico ora: siete indegni. Le vostre condoglianze le rifiuto. Voi gli avete fatto del male e l'avete lasciato solo (anche il Comune di Arona, ovviamente, nonostante tutto quello che aveva fatto mio zio).
Ed è così che al funerale c'erano gli umili, quelli del bar Spagna.. e che un uomo congolese, Teo, canta una canzone in francese per mio zio. Chissà per quanto ne parleranno gli aronesi razzisti con le barche e i novaresi con il mercedes. Zio Walter odiava il razzismo.
Non cercate tombe (per poter dire se è una bella tomba o no, ovviamente), non c'è nessuna tomba. Se volevate salutarlo, dovevate farlo quando era vivo; ora non c'è più.

Io, ho perso il mio secondo padre oltre al Genio, l'Artista. Soffro un casino, ma devo riuscire a rispettare la sua scelta (conseguenziale, ma sempre scelta) di non voler più vivere in un mondo così.

Questa società non merita un Genio come Walter Comizzoli.

Quest'ultimo scherzo dello zio non mi è proprio piaciuto.


So che lo zio sarebbe stato d'accordo: https://www.youtube.com/watch?v=4wOSHpJrm_M

30 commenti:

  1. Sono il figlio del gestore dell'albergo Spagna, mi chiamo Raffaele Sparacino e volevo spendere due parole riguardo la scomparsa dell'architetto Walter.
    Partirei col dire che l'architetto è stato più di un semplice cliente per noi, esso era un amico, una persona di una cultura e di una sensibilità fuori dal normale.
    Ho conosciuto l'architetto quando avevo 14 anni e adesso ne ho 22, posso dire che se oggi sono quello che sono, lo devo anche a lui. Per me è stato un secondo padre, un mentore vero e proprio che mi ha trasmesso valori importanti che porterò con me per tutta la vita.
    Grande amante della musica, soprattutto di fabrizio De Andre, ogni volta che ascoltavamo insieme qualche traccia non poteva trattenere la commozione e mi raccontava di tutte le sue esperienze passate, di tutto quello che aveva fatto nella vita, lasciandomi a bocca aperta. Vorrei avere a disposizione ancora qualche altro pomeriggio insieme lui, per discutere del progetto che avevamo in mente, quello di scrivere un libro su questo vecchio bar aronese frequentato da personalità che tanto lo affascinavano.
    Non posso trattenere il dispiacere per questa importante perdita, lascia sicuramente un vuoto difficile da colmare dentro di noi.

    Un Saluto Caro Arch, che possa adesso essere pienamente felice.
    Raffaele

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    1. Grazie Raffaele, se potete stampare quello che ho scritto e farlo leggere agli amici del bar, te ne sarei grata. Un saluto a tutti.

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    2. Ciao Sono Stefano, il Papà di Raffaele, certamente lo faremo, ma vorrei chiedere al Giornale di Arona di pubblicare quanto tu hai scritto. se lo permetti.
      IN ATTESA sTEFANO.

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    3. Stefano, apprezzo il gesto già così; ma i giornali mi odiano ed è reciproco.

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  2. Gentile Signorina, ho avuto l'onore di conoscere il dott. Prof. Architetto Walter Comizzoli. Mi permetta di chiamarlo cosi'. Quando ci siamo presentati l'amicizia e' diventata una cosa istintiva spontanea. La genialita', la sua passione, nel parlare, il suo entusiasmo, nello spiegare e nel dimostrare con la sua immensa cultura la sua professionalita', lo colloca tra le personalita'he hanno fatto la storia di Arona nel campo dell'architettura Aronese. Non sono Aronese, sono un'antiquario siciliano, che vive ad Arona. Ho avuto il piacere di conoscere l'architetto personalmente e'parlando con lui, mi sono fatto la convinzione di avere davanti un cavallo di razza, cavallo capace di dimostrare la sua capacita'professionale perche'non grado di saltare l'ostacolo piu'alto. La nostra amicizia, vera, mi porto' di invitarlo a cena per fargli gustare il pesce piu' caro e 'importante per noi siciliani la ricciola, c'è noi chiamiamo la regina del mare. Lui rimase affascinato da questo pesce che gusto' con piacere, il tutto accompagnato da un vin o siciliano vero. Purtroppo nel 1997 sono dovuto rientrare in Sicilia per motivi di famiglia e sono stato lontano da Arona per diciotto anni. Alcuni giorni fa' parlando con mia moglie, mi ripromettevo di mantenere la promessa di invitarlo per gustare assieme la ricciola. Mi dispiace di non poter mantenere la promessa. Vuol dire che la mangeremo quando ci rincontreremo. Prima di finire questo scritto. Le voglio dire una cosa. Gliela scrive un tizio che ha avuto il privilegio di imparare il mestiere di antiquario, dal piu' grande antiquario di Roma degli anni 70-80.Mio padrino, da lui ho imparato una cosa importante, per tastare la validita' della persona che ti sta' davanti. Basta capire come parla, se ne suoi discorsi, trasmette passione, entusiasmo e soprattutto se non ti annoia con i suoi argomenti. L'architetto Comizzoli era capace, perche'ti trasmetteva con entusiasmo e passione la sua arte , la sua genialita' con umilta', la sua capacita' creativa che pochi professionisti Aronesi hanno. Pancrazio Ettore Cacopardo antiquario in Taormina. Oggi in pensione

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  3. Buongiorno Samantha sono stata un alunna del professor Comizzoli negli anni 91.94 alla scuola media di Dormelletto.Lo adoravo come insegnante proprio per il suo modo di fare per la sua follia.. Che solo gli artisti come lui hanno.non l ho mai dimenticato negli anni e quando ho avuto il piacere di rivederlo al Bar Spagna il mio cuore ha gioito.. Parlavo spesso con lui gli ho presentato i miei figli.. E quando ho detto che mio figlio da grande vorrebbe fare il fumettista.l ho visto con le lacrime agli occhi dicendomi è sempre stato il mio sogno... Oppure ricordo che guardava mia figlia dicendo quanto è bella.... La sua scomparsa mi ha lasciato un vuoto nel cuore gli volevo e gli voglio tanto bene... E lei ha scritto qualcosa di meraviglioso che merita di essere pubblicato..

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    1. Grazie. Quello che ho scritto è già pubblicato (sul mio blog e sulle mie pagine fb). Nel momento in cui, qualcosa è pubblicato, è, appunto, pubblico. Quindi chi lo legge può farne ciò che vuole ed io non posso controllarne l'uso se non nella sua integrità e riportando la proprietà intellettuale. Non scrivo sui giornali per mia scelta etica.

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  4. Ricevo con richiesta di pubblicazione:
    "Samantha non la conosco personalmente, sono un amico di Liana da sempre e ho avuta la fortuna di essere amico di Walter. Una persona sicuramente fuori dal comune, colta educata ma soprattutto gentile e rispettosa verso tutti, indipendentemente se fossero ricchi o poveri bianchi o neri, mai una parola fuori luogo, un vero signore. Ho passato tante giornate divertenti con lui e Liana, ha partecipato anche ai battesimi dei miei due figli.

    Un giorno ero a Novara con uno dei miei figli, sapevo che era all’ospedale, andammo a trovarlo, anche li tra una battuta e l’altra ci siamo lasciati con un abbraccio e una grande risata, fu l’ultima volta che lo vidi.

    Mi piace ricordarlo così con il sorriso, come dice lei, giocondo.

    Walter mi mancherà, come mancherà a tutte le persone che gli hanno voluto veramente bene.

    Ciao.

    Carlo."

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Che a mio zio piacesse la bella vita, l'ho scritto e non credo ci sia bisogno di ulteriore traduzione al testo.
      Non sei venuto al funerale perchè non sei stato invitato come tutti gli altri.
      Scrivere ora, qui, non salva l'anima nè la coscienza. Nemmeno l'articolo che ho scritto è per "ricordo", ma per Giustizia.
      Saluti un caxxo.

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    2. aleZ ho ricevuto il tuo commento, ma non lo pubblico perchè le discussioni le faccio a voce, guardandosi negli occhi. Non online.

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  6. Ho avuto la fortuna di conoscerlo su quel treno per Novara, lui lavorava all'enel.... Poi dopo qualche anno il suo viaggio proseguiva per Torino all'università. Insegnante di mia figlia alle medie e era stato un piacere ritrovarci.... Anche nella malattia che lo aveva fermato anni fa ci siamo rivisti lavorando in ospedale..... Mi ha offerto un caffè allo Spagna... Ed ora ho un solo rimpianto.... non averti salutato un'ultima volta. Samantha non ti conosco ma condivido le tue parole e anch'io credo che lo zio abbrebbe approvato il tuo scritto.

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  7. In tre parole...la verità...tutto il resto è inutile

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  8. Buongiorno Samantha,
    Mi chiamo Alessandro sono stato un alunno delle scuole medie di dormeletto negli anni '87/90 .
    Il "Comiz" lo ricordiamo tutti con grande affetto, è stato molto più di un professore e basta; era un grande uomo, molto vicino a noi ragazzi.

    I ricordi più belli di quel periodo sono legati a lui.. quante risate ci ha fatto fare..
    Dopo la scuola ci siamo persi di vista.. l'ho incontrato una sola volta in questi anni per lavoro... Aveva chiamato un tecnico per il suo computer nello studio ad Arona... E quel lavoro doveva essere mio, col cavolo che avrei permesso che ci andasse un altro collega...

    Peccato davvero non averlo conosciuto di più al di fuori della scuola... Ma lui non si può dimenticare, come dice anche Vasco... "LUI VIVE DENTRO I NOSTRI CUORI !"

    grazie per le tue parole, ce l'ha fatto conoscere un pó di più come uomo... Era una gran bella persona, una persona unica! ..si vede che c'è molto di lui in te, e questo mi piace molto... vedi.. non ci abbandonerà mai!

    Grazie Samanta

    Ciao prof !

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  9. Cara Samantha, vi abbraccio forte.
    Io sono un Architetto e sono un Architetto perché ho incontrato Walter!in prima media, negli anni 90, a dormelletto ho confessato al "Comiz" che da grande avrei voluto fare l'architetto. La luce negli occhi di suo zio in risposta a quelle parole, è la luce a cui mi aggrappo nei momenti di sconforto nella professione. È una cosa che solo voi potete comprendere.
    Lui mi ha formata ed indirizzata, a lui devo la comprensione più profonda e più sensibile e sincera di una professione che va al di là della mera costruzione.
    Spesso dopo aver ideato un progetto la mia mente va a lui e mi chiedo se approverebbe..quando una persona è così profonda il vuoto che lascia è incolmabile.
    Vi sono sinceramente vicina. Rachele

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  10. Mi sembra di sentirti :
    Io son nella pace al Di là dei cancelli
    Io vi guardo voi mi guardate
    Io sono muto voi siete muti
    perché è bello non dirsi niente
    per non dirsi addio. Mario

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  11. Buongiorno architetto. Un sorriso, un abbraccio, una chiacchierata e un bicchiere. Grazie Walter

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  12. Un abbraccio, un saluto , un sorriso , un bicchiere, una chiacchierata ..., grazie Walter per questa ripetuta semplicità ...

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  13. Ricevo con richiesta di pubblicazione, questo bellissimo racconto sullo zio:
    "Walter ha suonato con me con gli Electric Blues Band ricordo il suo temperamento vivo e sanguigno quando c'era da suonare, sempre rispettoso delle persone e sempre consapevole dei suoi limiti, una persona straordinaria.
    Lo ricordo anche politicamente schierato su posizioni di sinistra come lo eravamo tutti noi del gruppo e ricordo anche che era un fervente antifascista. Ricordo un episodio....stavamo provando in una casa fatiscente vicino alla chiesa di Sant'Andrea a Novara, mentre suonavamo arriva un amico che ci dice che la polizia stava caricando i dimostranti di sinistra contro un politico di destra che stava facendo un comizio elettorale al Faraggiana. Io e Walter appena sentita la notizia in un baleno ci fermiamo di suonare e di corsa andiamo al teatro Faraggiana che distava da noi 5 minuti a piedi, io raccolgo sassi per strada e Walter armato delle...bacchette della batteria. Non sapendo cosa ci saremmo trovati di fronte arriviamo cautamente da una via laterale ma eravamo dalla parte sbagliata, ci trovammo mentre i dimostranti di sinistra in gran numero avevano respinto l'attacco poliziesco e noi ci trovavamo completamente isolati. Io e Walter senza perderci d'animo tiriamo fuori le nostre armi (!!) e ci stringiamo vicini mentre gridavamo abbasso i fascisti, tornatevene nelle fogne bastardi, i poliziotti si girano e mentre stiamo per scaraventare contro la poca cosa che avevamo, vediamo un poliziotto in borghese che apre la giacca e tira fuori una pistola che ci punta contro. Io e Walter nel giro di 2 decimi di secondo lanciamo il lanciabile, e con una fuga da centometrista ci ritroviamo nei giardini di fronte alla piscina comunale.
    Ritornando a provare con gli altri, Walter si accorse che era senza bacchette, e si mise a suonare con le mani nude i suoi tamburi. Un episodio che se dovessi vivere fino a 200 anni non lo potrò mai scordare..."
    Diego Beat

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  14. Non lo conoscevo ma sembra esser stata una brava persona, massimo rispetto per lui e soprattutto per il suo lavoro.

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