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sabato 29 dicembre 2018

LA LIBERTA' DI PAROLA “SAFE”




Lunedì 24 dicembre 2018, un video reporter tunisino di nome Abdelrazzak Zorgui si da fuoco (uccidendosi) in Tunisia per mancanza di lavoro.

Quest'anno il Natale l'ho passato da sola e per il malessere che provo nel rapportarmi con il mondo ho deciso che starò da sola anche a capodanno. Così ho deciso di “festeggiare” la fine dell'anno ieri, a modo mio, nutrendo occhi e cervello di bellezza. Sono andata a Bologna, a vedere due mostre: la prima del giapponese Hokusai Hiroshige (oltre l'onda), la seconda è la mostra fotografica di Steve McCurry (una testa un volto, pari nelle differenze). Non sto qui a parlare della prima bellissima mostra, ma punto il dito sulla mostra fotografica “per i diritti umani” di McCurry.
Costo d'ingresso 10 euro. La mostra delle celebri fotografie di McCurry (la più famosa è la bambina afgana) si sviluppa in una stanza e uno stanzino più piccolo. Stiamo parlando di una ventina di fotografie. L'istallazione è geniale: una grande ragno di metallo alle cui basi c'è la foto e in alcune basi c'è uno schermo con video di persone di tutto il mondo che parlano sull'uguaglianza; nel retro dello schermo-video c'è uno specchio e questo fa in modo che le fotografie si riflettano. Ripeto, installazione geniale.
Ora... proprio per entrare nello spirito della mostra, ho fatto prima il giro senza leggere chi erano le persone nelle foto e soprattutto da dove venivano. Già qui, avevo provato una sorta di malessere, ma non realizzavo ancora per cosa...
Poi ho rifatto il giro leggendo i Paesi di quei volti e riguardando quei visi con gli occhi dritti nell'obbiettivo della macchina fotografica. Per quanto sia, di foto e video in luoghi di rifugiati, profughi, guerre, un po' me ne intendo. E lì ho focalizzato la provenienza del mio malessere.
Per fare una foto di un viso di un bambino a Kabul, avvinghiato ad un M16 e alle sue munizioni, che ti guarda direttamente nelle macchina fotografica, FACENDOSI METTERE IN POSA, o sei suo fratello o l'hai pagato. Idem per una donna con il burka messa in posa, etc.etc..
Quindi, quello che stavo vedendo sono poveri, messi in posa dal fotografo, pagati perchè ne hanno bisogno, per creare questa cazzo di mostra per i più ricchi che si sentono meglio perchè è per i diritti umani. E ci sta, non da fastidio a nessuno, le foto sono belle, e McCurry può continuare a girare per il National Geographic a immortalare esseri umani. Sono la cultura e l'informazione “safe”; ovvero “sicuro”. Quell'informazione e quella cultura che non fanno traballare nessun potente/governo. E a pagare 10 euro e andare alla mostra, si diventa tutti più buoni e più acculturati. In pratica ti vendono la merda e ti fanno anche sentire bene.
E lì davanti a quelle foto mi è venuto da piangere perchè ho pensato:
  • al video reporter in Tunisia che si è dato fuoco.
  • a me che pulisco i cessi per sopravvivere e che sto per vendermi la telecamera.
  • alla mia amica giornalista laureata con applauso accademico a Londra che sono 4 anni che partecipa al bando governativo per avere finanziamenti per un libro sulla Palestina e non glielo danno. Lo danno a chi fa progetti “safe”.
  • Ad Assange in prigione e che rischia la pena di morte.
  • a Paolo Barnard che vive con la pensione della madre.
E nessuno di questi pensieri è paragonabile per i soggetti, ma sono i pensieri che mi sono venuti che hanno tutti un comun denominatore: chi dice la verità non lavora in questa società. Farà la vita da barbone, pieno di processi o peggio arrestato (o peggio ancora morto).

Esco e corro a prendere la corriera per tornare sui monti, ma mi scappa la pipì e non riesco a tenerla fino a casa (1 ora e mezza di viaggio). Arrivo in autostazione e davanti al bagno ci sono in fila circa 50 donne cinesi che sono andate all'outlet... Non mi fanno passare e non posso perdere la corriera. Quindi, la tengo.

L'imperialismo/consumismo/capitalismo/colonialismo non mi fa neanche pisciare.

p.s.: una delle foto di McCurry alla mostra è una donna dal collo lungo... quella pratica atroce di mettere anelli di ferro attorno al collo fin da bambine e poi aggiungendoli fino ad avere il collo lungo tenuto in piedi da sti anelli di ferro...mostrata come se fosse bellezza. E nessuno dice un cazzo a McCurry.

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