Pagine

venerdì 10 aprile 2015

Israele, IL CANCRO... iniziano le proiezioni



Domani, 11 aprile, c'è la prima di “israele, IL CANCRO”. Inizia il tour di presentazione del film e, così, come fu per SHOOT iniziano in me i ripensamenti. Dubbi sul farlo vedere, sul tenerlo solo mio. Dubbi senza senso, certo, ma sono gli stessi pensieri che avevo per il primo film. La mia paura non è che non possa piacere, ma che non venga capito, che non arrivino i messaggi che volevo dare. Questo film non si avvale del montaggio di Simonetta Zandiri, come fu SHOOT, ma ci sono dei suoi video; quindi, ancora una volta la mia sorellina è con me. E sono con me tutte quelle singole persone che stanno dando l'anima per organizzare le proiezioni nelle città, con mille difficoltà, senza prendere un soldo pubblico e con quasi tutti contro. Abbiamo contro la marea di sionisti che c'è in Italia, non abbiamo con noi le ONG e L'Autorità Nazionale Palestinese; e non abbiamo con noi parrocchie di palestinesi che devono avere il controllo e il potere come buon occupazione patriarcale della Palestina. Con noi abbiamo la verità, la Giustizia, la lotta vera, la Resistenza vera, i diritti umani.
Non ho potuto, per tutto ciò che è con noi, non denunciare con questo film i crimini e le mostruosità delle quali sono testimone. Non ho potuto tacere sul cancro, che è israele, e sulla metastasi, che è l'Autorità Nazionale Palestinese. Parole non mie, ma delle vittime di mostruosità; immagini non create da me, ma della realtà in Palestina.
Io, Ahmad e Sari saremo in collegamento da qui, da Nablus, dalla prigione, dal lagher nazista che è la Palestina. Sauro, invece, sarà nelle varie città a fare da “allacciamento” con noi.
Oggi è venerdì, dovevo essere in mezzo agli scontri, ma proprio quando stavo per uscire ha iniziato a piovere. Ho sempre pensato che la pioggia è la Terra che piange e forse oggi è un segno più di altre volte. Sono in arretrato con dei video di bellezza che divulgherò presto e ho anche pochi soldi per spostarmi. Quindi, mi tolgo le scarpe e sto qui, in casa, a lavorare al computer, con tutti i miei dubbi, la mia paranoia da attesa; ma come dice Ahmad nel film “ogni volta che esci di casa sai che puoi morire, o essere ferito o essere preso da loro”.
Il cancro ha infettato anche me e G., lo capirete dal film che è dedicato a lei.


Buona visione,

Nessun commento:

Posta un commento