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giovedì 2 aprile 2015

“israele, IL CANCRO” che cammina....





Qualche mese fa mi sono chiusa in un bunker, analizzando centinaia di file video per realizzare un film sull'occupazione mentale che israele crea. Sulla metastasi, sull'eutanasia.
Il titolo è fin troppo scontato, ma sapevo che sarebbe stato come uno sparo. Sapevo, altresì, che fare un film i cui scenari non sono quelli delle “manifestazioni organizzate” o dei cartelli “free free Palestine”, avrebbe creato problemi. Quindi, ero pronta.
Quando abbiamo iniziato ad organizzare il tour di presentazione ho presentato solo 3 richieste: mantenere il banner del film per la divulgazione, il collegamento skype con me dalla Palestina per introdurre il film, e che quella sera si raccogliessero le donazioni solo per il progetto ambulanza per Ofer (almeno quella sera solo una raccolta fondi e non cento).
Fin dall'inizio ci sono state persone, non organizzazioni o associazioni, ma persone che DA SOLE hanno impegnato denaro, tempo ed energie per poter organizzare nelle loro città l'evento. Tutto il mio rispetto e la mia stima per voi; anche se, è ovvio, non è stato fatto per me, ma per i diritti umani, per la Palestina e per la volontà inalienabile di raccontare la verità.
Ad una settimana dall'inizio del tour di presentazione (la prima doveva essere l'8 aprile a Torino): il consolato italiano rifiuta la richiesta di visti per l'Italia per i due relatori palestinesi, Ahmad Nasser e Sari Qadri.
Conseguenze:
  • Ahmad e Sari in un istante si ritrovano, ancora una volta, con sogni e speranze distrutte dal cancro.
  • Impongo come tassativo (anche se era così fin dall'inizio) il collegamento skype con la Palestina per dare almeno questa possibilità a loro due di poter parlare.
  • Alcune città, su richiesta di un terzo relatore già in Italia, decidono di posticipare la data dell'evento nei prossimi mesi (ovviamente senza chiedere parere alla sottoscritta e ad Ahmad e Sari).
  • Non essendo possibile posticipare gli eventi e oltretutto trovandolo irrispettoso nei nostri confronti e nei confronti del pubblico al quale si è dato appuntamento, le città vengono cancellate dal calendario e il terzo relatore se ne va.....

In queste ore stiamo ri-organizzando quasi tutto il calendario del tour. Io non mollo, non posso mollare per Ahmad, per Sari e per i diritti umani. E' mio dovere non indietreggiare davanti ai nemici, ma spingere ancora di più.
“israele, IL CANCRO” arriva in Italia a ridosso del 25 aprile, dove la bandiera israeliana sfilerà a Milano, e a ridosso dell'expo 2015 e a ridosso di tutti gli attacchi dei sionisti che ho avuto via internet. A ridosso di tutti questi ostacoli, noi tutti che stiamo organizzando con l'anima, non molliamo.
Voglio che la proiezione con il collegamento skype con la Palestina arrivi in tutta Italia, in più città possibili, anche nei piccoli comuni e frazioni.

Voglio massacrarli.

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