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domenica 1 marzo 2015

TRISTEZZA



Oggi qui in West Bank è stata la solita giornata sotto occupazione nazista israeliana, con raid nei villaggi, strade chiuse nell'ora di punta, checkpoint volanti e checkpoint fissi dove rapiscono i palestinesi.
Ma oggi mi è accaduta una cosa che mi ha fatto riflettere ancora sull'”umanità”.
All'imbrunire ero in centro a Nablus per acquistare un paio di cose da mangiare. C'è il richiamo alla preghiera quindi le strade un po' si svuotano. Faccio comunque i miei acquisti e poi mi dirigo a piedi verso casa. Arrivo ad un punto del mio cammino dove si fa buio perchè non c'è luce, ma subito dopo ci sono i lampioni. E' stato in quel momento che ho visto un'altra ombra vicino alla mia, appiccicata.
Mi sono girata, era una ragazzino di circa 15 anni che teneva qualcosa in mano verso di me. Gli ho detto “che cazzo vuoi” e lui mi ha risposto “bella”. Gli ho tirato la borsa con dentro il cavolfiore in faccia e lui è scappato. Era ben vestito, con un giubbotto che io non mi posso permettere di comperare e quello che aveva in mano era il suo uccello.
Non è successo niente e non mi sento “aggredita”, ma......
  1. che sia un ragazzino di 15 anni, ben vestito, con il gel nei capelli, a fare una cosa così mi mette una gran tristezza. Io con questi bambini ci lavoro e so il danno che hanno in testa. Vivono su facebook, la maggior parte di loro non viene considerata dai famigliari, a scuola li picchiano, devono fare i conti con i soldati israeliani e con i coloni israeliani. Si è però arrivati ad un totale svuotamento dell'identità palestinese, della Resistenza e vivono nell'ignoranza. Fino a 15 anni fa non era così qui. Vivono, altresì, con la voglia di andar via da qui e soffrendo la repressione, soprattutto sessuale. Questo non è israele, o almeno non direttamente, questa è stata l'autorità palestinese che non ha costruito nulla e ha distrutto quello che c'era. Costruiscono centri commerciali in cemento e lasciano sbranare da israele le rovine storiche o le lasciano all'incuria.
  2. Pensate che mi senta bene per aver reagito con un ragazzino di 15 anni? No.
  3. Questa è del tutto personale, ma in quel momento (quando c'era solo l'ombra con qualcosa in mano) ho pensato “è arrivato il momento, è andata”. Quindi, anch'io sono repressa, altro tipo di repressione, certo, ma l'infezione è arrivata anche nel mio cervello.
  4. Ho aspettato un'ora buona per dire ad un mio amico cos'era successo perchè sapevo che la reazione sarebbe stata uscire e dargli una lezione. Infatti quando gliel'ho detto, mi ha detto “perchè non me l'hai detto subito? Dov'è successo esattamente”. Ecco, un'altra infezione.


Tristezza per quest'umanità, tutta.

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