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venerdì 28 novembre 2014

HO CONOSCIUTO HILAL



Ho incontrato tanti ex prigionieri politici e vittime del nazismo di israele qui in Palestina. Il 98% di loro non si fa filmare, né fotografare né registrare la voce. Posso scriverne, ma niente più. Hilal fa parte di questa percentuale e l'ho incontrato un mese fa, vicino a Nablus. Perchè ne scrivo oggi? Ma, perchè personalmente oggi questa storia mi riguarda.
Hilal è uno shebab di 20 anni e quando israele attacca il suo villaggio, lui esce con gli altri shebab e tira le pietre ai soldati per difenderlo/si.
E' notte quando i soldati nazisti israeliani circondano la casa di Hilal ed entrano dalla porta principale. Entrano una quindicina di soldati con i cani e chiedono i nomi dei maschi della famiglia. Prendono Hilal e altri due fratelli e li portano in prigione con l'accusa di tirare le pietre.
Hilal inizia il suo periodo di prigionia nazista in cella con il fratello (l'altro viene mandato in un'altra prigione). Hilal legge molto e continua a leggere in prigione. Non viene torturato né picchiato. Passato il primo mese Hilal smette di leggere, smette di parlare, smette di usufruire dell'ora d'aria, smette di alzarsi dal letto. Rifiuta tutti, anche il fratello.
Sto prendendo appunti mentre racconta la sua storia, perchè sebbene non avrò immagini per il film che riguarda l'occupazione mentale, il danno psicologico che il mostro fa; sicuramente mi aiuterà a capire di più.
Hilal inizia a dirmi quali sono i sintomi che hanno portato ad avere un aiuto psichiatrico prima e psicologico dopo.
Mi dice che continua a dormire, che non ha fame, che non gli interessa vedere la tv o leggere, che non riesce a concentrarsi, che va due o tre volte a Nablus e poi torna senza motivo e quando è a Nablus non sa perchè è venuto qui. E in quel momento, non riesco più a prendere appunti e inizio a guardarlo meglio. Hilal ha un buco sulla fronte perchè gli hanno sparato in testa, ha dei bellissimi occhi, profondi. E in quel momento è come se mi guardassi allo specchio, non per l'esperienza di Hilal, ma per come si sente. Hilal è “steso” dalla realtà. Capire la verità, conoscerla l'ha distrutto. Gli chiedo se ha paura dei soldati e mi dice “no, perchè dovrei avere paura di loro?”. Eh certo..perchè i soldati sono la meno peggio, è capire la verità la cosa peggiore. Perchè capisci che non hai più punti saldi, non ci sono più basi, niente sul quale costruire qualcosa anche una flebile speranza. Allora capisci che puoi anche andare a tirare le pietre ai soldati per cagare la rabbia, ma servirà solo a te e nient'altro. Hilal rifiuta gli altri shebab ora, quelli con i quali è cresciuto. Mi dice che sì, li vede, sta con loro a fumare l'hashisha, ma tanto sa che non lo capiscono.
Riesco solo a dire ad Hilal che lui è un eroe per me, che è un “giusto” e che ha capito che il resto del mondo è sbagliato. Ma ciò non cambia una virgola, perchè il mondo continua ad essere quello che è, e tu che hai capito cos'è sei steso, paralizzato dalla verità.

Io oggi, devo uscire con la videocamera per filmare un paio di eventi. Non ho voglia di farlo, così come non ho più voglia di fare altre cose nella vita. Ieri, ho avuto l'ennesima visione di verità nascosta che mi ha stesa. Sono paralizzata ed è inutile che scriva cos'ho visto/capito perchè ne pagherei solo io e nessuno capirebbe. Forse oggi quando sarò fuori con la video camera non saprò dove mi trovo e il perchè. Spero di incontrare Hilal.

1 commento:

  1. Samantha puoi anche non credermi puoi mandarmi al quel paese. .Ma ... io credo di capirti.. e te lo scrivo immaginando il volto di Hilal. . Il suo sguardo perso smarrito arreso all evidenza... Dolorosa.. tagliente .la tua emozione.. a me manca il respiro. . Perché inutile inerte ..qui' sto a leggere e non posso allungare la mia mano anche solo per una carezza. .per proteggere... lo sento il dolore! !

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