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lunedì 29 settembre 2014

LA PALESTINA SOTTO OCCUPAZIONE (ECONOMICA)

LA PALESTINA SOTTO OCCUPAZIONE (ECONOMICA)
“we know how he feels”

Quest'articolo non verrà né letto né divulgato da molti, come invece altri articoli che ho scritto. Perchè non parlo di spari, soldati, scontri in strada, muro dell'apartheid, etc. etc. verso i quali tutti (anche la sionistra) possono schierarsi ed esprimere due parole messe in croce.

Ieri ho scritto su facebook una verità, che tutti sanno qui, ma nessuno scrive:
“la Palestina è sotto 3 occupazioni:
  • l'occupazione militare israeliana
  • l'occupazione dell'Autorità Nazionale Palestinese
  • l'occupazione economica creata dai mostri al punto 1 e 2
Non so quale delle tre sia la peggiore”

Volevo, quasi quasi, fermarmi lì per un motivo ben preciso: in questo momento non posso correre, quindi non posso scappare. E se temo di non poter scappare di notte nel caso arrivassero i soldati nazisti israeliani, figuriamoci di giorno...dalla polizia palestinese che piazza amici e vicini di casa a scrivere report e a curarti su facebook.
Questa mattina però, ho letto questo di Paolo Barnard http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=948 e mi sono girate parecchio le palle. Io e G. abbiamo commentato “We know how he feels”. Sì ok, però visto che chi legge continua a fare martiri, beh allora martire per martire almeno che la verità rimanga scritta. Forse, un giorno nella storia futura ci sarà della “gente” che dirà “coglioni, falsi ed ipocriti chi viveva in quel periodo storico, qualcuno li aveva informati e loro hanno continuato ad andare in piazza contro dei burattini e a dire che avevano la speranza in tasca”.
Allora inizio con questo mio a scrivervi perchè io e G. stiamo andando verso l'autodistruzione. Ed inizio con una storia di questi giorni.
Villaggio di Asira, Nablus. Era un villaggio ridente sulla cima di una collina, ma un giorno arrivò israele e si prese la cima della collina, lasciando agli abitanti solo una fetta e dicendogli che dovevano andarsene anche da quella fetta perchè era diventata “area C”, cioè sotto il controllo israeliano. Sulla cima ci costruirono un insediamento israeliano illegale, Ithzar, dove misero, oltretutto, gli avanzi di galere israeliane. Ma su quella cima, c'era anche il pozzo dell'acqua del villaggio, che si presero. Da 10 anni i Palestinesi di Asira sono senz'acqua, ma ecco la svolta: arriva USAID assieme all'ANP e fanno partire un progetto per PORTARE l'acqua da quel pozzo rubato alla fetta di villaggio dove ci sono i Palestinesi. E' USAID, quindi sono gli “amici” americani che pagano come donazione. Questo accade nel 2012. Dopo due anni di lavori interminabili con tutte le conseguenze di disturbo in un villaggio che ha strade larghe quanto il corridoio di casa mia, un mese fa circa....viene annunciata in pompa magna l'inaugurazione per la metà del mese. Ovviamente le famiglie palestinesi che stanno per finire, ho hanno finito, la tanica dell'acqua; non la comprano e preferiscono aspettare che arrivi finalmente l'acqua dai tubi. Attenzione però, c'è un piccolissimo dettaglio: se vogliono l'allacciamento con la tubatura principale devono pagare. La cifra da pagare è a seconda della locazione della casa, quelli più lontani pagano di più, ma la media è di 2000 shekel per famiglia. Ahia...... dove li trova una famiglia di un villaggio palestinese 2000 shekel? Alcuni, pertanto, non si allacciano perchè non possono pagare.
Arriva il giorno dell'inaugurazione, arrivano 26 macchine blindo fra USA e ANP, poi tanto per gradire al taglio del nastro si aggiungono anche i soldati israeliani. I palestinesi del villaggio tutti chiusi in casa, perchè sanno chi c'è lì fuori.... Aprono l'acqua e dicono di non usare la prima che arriva perchè non è buona. Nel frattempo la cerimonia finisce e vanno tutti via. E' passata un'ora e …...dai tubi non esce più una goccia d'acqua. Gli abitanti vanno presso la sede del Comune (ANP) a protestare. Dopo varie verifiche si accorgono che le pendenze sono sbagliate e devono rifare dei lavori. I Palestinesi ricomperano le taniche d'acqua e sperano inizi a piovere presto.
Ma aldilà delle “pendenze”..prima osservazione: è USAID, una donazione, quindi perchè devono pagare per allacciare i tubi? Ma soprattutto..seconda osservazione: quell'acqua lì è dei palestinesi, che gli è stata rubata, poi è arrivato un terzo per “donargliela” assieme a chi gestirà il tutto e assieme a chi gliel'ha rubata?
Durante i 52 giorni dei bombardamenti su Gaza, è uscita una notizia: israele ha trovato un giacimento di gas, in Palestina, sapete chi è (in questo momento) sulla lista, il primo acquirente? L'ANP, che lo rivenderà ai Palestinesi. Cioè lo rivende a chi l'ha rubato.
Queste però sono ancora noccioline a confronto di altri fatti......
Io e G, un giorno, abbiamo scoperto che un terreno edificabile a Ramallah (città per eccellenza dell'ANP) costa la metà di un terreno a New York o Parigi, ed un terzo rispetto a Berlino.http://www.middleeasteye.net/in-depth/features/palestine-s-other-land-war-1213915354
Stiamo parlando di Ramallah, dove non c'è un cazzo, ma soprattutto sei un ghetto sotto occupazione militare nazista israeliana e dove, per raggiungerla, ci metti ore perchè devi passare i checkpoint. Chi li ha fatti questi prezzi?
Beh, ma i vari “Ministeri”, ministeri di uno Stato che non esiste; così come fanno i prezzi del pollame o dell'olio. Quel pollo e quell'olio che o sei un contadino e te li fai, o se non lo sei non te li puoi più permettere. Questo perchè anni fa ti hanno tolto la terra, il lavoro e il futuro non implementando con altro tipo di lavoro.
Ma torniamo alla terra e alle case..... Torno su Rawabi, un mostro Palestinese, o forse non proprio autoctono....
Rawabi, sulla strada fra Nablus e Ramallah, è il primo “insediamento palestinese”, ne avevo già parlato; ma quest'articolo mi da non poche notizie della sua mostruosità: http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/09/rawabi-city-west-bank-accusation-partnership-israel.html#
Lo stesso architetto che ha disegnato l'insediamento illegale vicino a Bil'in ha disegnato Rawabi. Lo spot televisivo per vendere appartamenti a Rawabi è tristemente falso: mostra una famiglia di carnagione chiara (senza velo la donna), con figli stile “mulino Bianco” che vivono in uno di questo appartamenti stile europeo. Io vedo, quelle donne di Asira, che vivono con i loro 25 famigliari in due stanze senz'acqua. Dov'è la gente che si vede nello spot di Rawabi? Chi sono? A chi è indirizzato questo mostro?
E' indirizzato a chi vive e lavora a Ramallah, a chi può permettersi di comperare un appartamento con quel costo e fa una “happy life” perchè è per la normalizzazione dell'occupazione. Rawabi è per l'ANP, infatti non svilupperà l'economia della Palestina perchè non c'è un negozio al suo interno, non c'è una fabbrica e chi ha investito per costruirla non è Palestinese (nell'articolo che ho linkato trovate i dettagli agghiacciati). Chiaramente a Rawabi c'è acqua, gas e luce...niente taniche.
“Nessun sviluppo economico e controllo di ogni tipo di aiuto esterno per il suo sviluppo”....questo è l'aspetto che continuo a trovarmi davanti al naso. Beh, ma allora i “prodotti palestinesi” che si cerca di incentivare tramite il boicottaggio di quelli israeliani? Ecco..arriviamo alla nota dolente per molti che credono in questo modo di “fregare” israele.... Un anno fa ho scattato una foto in un cortile di una casa di Nablu. Contenitori di plastica di prodotto per le pulizie di casa, sopra c'è l'etichettatura che sono palestinesi. Sono vuote e vengono riempite in Giordania, con il liquido per lavare i pavimenti o il cesso, israeliano. Ma davanti ad una famiglia, povera, del centro di Nablus uno può anche capire....ma davanti alle industrie israeliane che hanno aperto negli insediamenti illegali (quindi su terreno rubato alla Palestina) uno fa entrare in gioco il BOICOTTAGGIO. Però, guarda caso, anche loro stanno facendo la stessa cosa “made in Palestine”. Ci aggiungiamo poi, il “corridoio economico” che Abu Mazen sta costruendo in questi giorni per far passare i prodotti da israele alla Giordania e per poi rivenderli in Palestina o esportarli.
Anche gli aiuti economici hanno un corridoio dell'ANP, tutto deve passare sotto il loro controllo. E arriviamo alla ri-costruzione di Gaza...
Al primo giorno di tregua lessi la notizia che a camminare fra le macerie e a trattare per la sua ricostruzione era già arrivato il Qatar (gli stessi di Rawabi), ma è al tavolo dei negoziati che la manovra non è stata nemmeno nascosta un po' vergogna: Abu Mazen chiede alla comunità internazionale di ricostruire Gaza. No, scusa.....israele distrugge Gaza e tu, Abu Mazen che dovresti essere in piena opposizione, non gli dici “mò la ricostruisci”, ma chiedi a terzi di costruirla? Perchè? Troppo avventato vero? Porterebbe a rompere i rapporti che ci sono e che non sono, evidentemente, di opposizione. In più... se arriveranno aiuti economici internazionali l'ANP ne avrà pieno controllo e potrà disporne come ha sempre fatto. Ecco allora che i palazzi residenziali per pochi, continueranno a crescere e di ospedali non se ne vedrà mai l'ombra.
Ah, gli ospedali in Palestina..... Questo l'ho scoperto anche sulla mia pelle....
Vengo ferita ad Ofer (Ramallah) quindi vengo portata all'ospedale di Ramallah con codice “HBS” (heat by soldiers) questo prevede che io non debba pagare nulla, bene. Però... all'ospedale di Ramallah mi fanno solo una lastra alle ossa e poi mi dicono “non hai nulla di rotto, è una distorsione e puoi camminare”. Non mi fanno la risonanza perchè sarebbe a carico dell'ANP.... Arrivo a Nablus e gli amici Palestinesi mi dicono di andare al più presto in un altro ospedale a fare una risonanza magnetica, ma al Rafhidia Hospital di Nablus non c'è la risonanza magnetica così mi tocca andare in una clinica privata. Nella clinica privata mi dicono che in quanto “privata” devo pagare tutto. Così pago 25 shekel per la visita e poi mi chiedono 1200 shekel per la risonanza magnetica. Non ce li ho così mi metto quasi a piangere e mi fanno uno sconto. La pago 800 shekel. Darà risultato di emorragia interna, femore danneggiato e legamento crociato danneggiato, così mi dicono che devo mettere un tutore in ferro, costo 175 shekel. Io, questi soldi li avevo perchè me li avete mandati voi che mi leggete, ma i Palestinesi? No, e allora ti trovi persone non curate, shebab che non camminano più, bambini che muoiono perchè non hanno cure. Nessuna vergogna per chi sta scegliendo le piastrelle per Rawabi? Sono vostri fratelli cazzo....sono Palestinesi.
Ma, i Palestinesi che vivono in una stanza senz'acqua non possono scriverlo quest'articolo, questa realtà. Sapete perchè? Perchè dopo un giorno arriva l'intelligence dell'ANP, che si chiama UCOI, e li rapisce. Li porta in una prigione orrenda che c'è qui a Nablus e, anche solo per solo per aver pubblicato una foto di Abu Mazen con critica su facebook, vengono torturati per giorni. Oppure vengono rapiti dalla polizia palestinese, rilasciati e segnalati ad israele che se li viene a prendere senza accusa di reato e li trattiene per anni in prigione in detenzione amministrativa.
Quindi, a tutti quelli che mi dicono “non scriverle tu queste cose, sono cose fra palestinesi, lascia che siano loro a scriverle...” bel giochino che fate, vorrei scrivere chi paga il vostro stipendio di “volontariato per i diritti umani” ( e lo farò). Lo sapete, vero, che davanti a tutto questo, se faccio da scudo umano non servirà ad una cippa?
Badate bene, non sto parlando di un Governo corrotto così come in tutti gli altri Stati su questo pianeta, sto parlando di collaborazione con i nazisti nell'unico Paese sotto occupazione che non è uno Stato dove lasciano passare 4 notizie in croce sulla violenza militare per nascondere la violenza economica che hanno creato e chi ne giova. E' una situazione unica al mondo.
Io e G. abbiamo due facce come pietre, il fiato lungo, ma il terreno corto perchè oramai ce ne hanno lasciato poco. Le nostre facce sono come pietre e non ci ricordiamo più il numero dei martiri che abbiamo visto. E' grave. Viviamo in Palestina, senza soldi, dormiamo per terra e mangiamo del riso. Intorno a noi un popolo di “attivisti” che fa selfie con i gas lacrimogeni.

Paolo, ho visto il video de “la gabbia” di due giorni fa, ho visto i tuoi occhi e la tua faccia. Io e G. ti abbracciamo, da qui, con gli occhi lucidi, anche se non cambia nulla.

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