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sabato 6 settembre 2014

APPELLO: HANNO TARPATO LE ALI A YOUNIS



Sono tornata nel villaggio di Azzoun, Qalquilja, come avevamo promesso ad Hassan per una persona della quale ci aveva parlato.
Non siamo lì per fare un report/video fine all'informazione, ma usare questi mezzi per salvare una persona.
Si chiama Younis, ha 17 anni e vive ad Azzoun con una famiglia numerosa, molto povera. L'unico lavoro che ha il padre è “battere” le olive nella stagione delle olive. Poi c'è uno dei fratelli, che è un genio della matematica e ha iniziato ad insegnare. I restanti della famiglia sono donne o fratelli che non lavorano. La casa, nel centro del villaggio, è fatiscente.
Anche Younis è un genio, per le lingue, e stava studiando inglese all'università di Qalquilja.
Ma a Younis, israele, ha tarpato le ali.
E' venerdì 8 agosto quando, dopo la preghiera, circa duecento shebab vanno verso il muro che circonda Azzoun. E' una marcia di solidarietà a Gaza, non è nulla di organizzato dai “comitati”; sono solo gli shebab del villaggio che vogliono sostenere, la sorella, Gaza.
Quando arrivano vicino al muro dell'apartheid un gruppo di soldati inizia a sparare gas lacrimogeni, poi arriva un altro gruppo di soldati che sparano sound bombs.
Gli shebab stanno scappando da questo gruppo, sono di spalle che stanno correndo.... Ma i soldati iniziano a sparare proiettili veri e colpiscono Younis nella schiena con un proiettile.
Younis è a terra, gli shebab cercano di rialzarlo, ma lui dice “non mi sento le gambe”. Gli shebab sollevano Younis e lo portano lontano dai soldati che stanno continuando a sparare. Non c'è l'ambulanza sul posto e il primo centro di soccorso è a Qalquilja, che però non è attrezzato per un caso del genere. Da qui, inizia un calvario lungo ore, per riuscire a portare Younis al Rafidhia Hospital di Nablus.
E' stato colpito alla colonna vertebrale. Younis è figlio di una famiglia povera ed è su una sedia a rotelle. Non hanno i soldi per mangiare, figuriamoci per affrontare una situazione così. Younis che ha 17 anni, che vuole andare a scuola, che non ha internet, che non ha attrezzatura che lo porti dal piano superiore a quello inferiore dove si esce sulla strada.
Israele gli ha tarpato le ali.
Nonostante le lacrime nel vedere il padre che piange e i piedi di Younis che non reagiscono alle centinaia di mosche nella casa, io, Simonetta e G. non vogliamo lasciare Younis con le ali tarpate dal mostro.
Stiamo costruendo una campagna per sostenere economicamente Younis. Per permettergli di andare a scuola, di muoversi, di studiare. Di avere una “vita”.
Nel giro di poche settimana divulgheremo il tutto, ma, sapete perchè inizio a scriverne ora? Perchè non voglio che Younis sia escluso dalla campagna che lo riguarda, senza nemmeno cliccare “mi piace” sulle sue foto perchè non ha internet.
Hanno il computer in casa, ma non hanno internet perchè non possono pagarlo.
Ecco, mi piacerebbe che con lo stesso spirito con il quale avete aiutato la famiglia di Jehad quando è stato arrestato, ora in Italia qualcuno ci aiutasse a mettergli internet in casa, così che non sia completamene isolato, e magari possa anche usarlo per studiare; ma soprattutto perchè partecipi alla sua campagna, che vi possa rispondere direttamente quando lo salutate......
Servono 200 euro per l'installazione e per pagargli internet almeno per un anno. Inizio io, metto 40 euro dei soldi che mi avete mandato per me, come donazione per SHOOT.
Ci voglio credere, voglio crederci ancora una volta che anche chi non può, possa tornare a volare. Il mostro non deve vincere, l'amore vince.

Grazie a tutti coloro che risponderanno per Younis.


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