lunedì 20 novembre 2017

PROCESSO DA IMPUTATA (CMC)



Questa mattina vi è stata l'ennesima udienza a Ravenna per la denuncia di diffamazione aggravata a mezzo stampa della CMC (cooperativa muratori cementisti italiani) ove sono imputata. In aula, difesa dall'Avv. Ettore Grenci e, fuori dall'aula..digos, carabinieri e “giornalisti”. Spero che quest'ultimi abbiano avuto una lezione di giornalismo ascoltando il mio esame.
Come saprete, il 15 agosto, il presidente della CMC, Matteucci, è morto per infarto. Rimane in piedi la costituzione civile, rifiutata dal giudice, invece, “l'improvvisata” di un sostituto testimone senza essere stato messo agli atti. (Giustamente).
Non essendoci l'esame del testimone dell'accusa, si è passati al mio esame e contro-esame. Lo pubblico affichè possa servire ai prossimi.
Forse, la frase con la quale chiudo il mio esame, mi procurerà un'altra denuncia, da parte della comunità ebraica. Ma, lotto per il diritto di ognuno di avere la libertà di definire israele per ciò che è.





MIO ESAME

Sign Giudice rettifico su quanto scritto “muro che separa israele dalla Palestina” con “muro israeliano in Palestina”.
Una breve, ma indispensabile, premessa per contestualizzare ciò che è oggetto di denuncia:
  • cos'è il muro?
    E' lungo 752 km, alto 10 mt. Il 70% è in cemento, il restante in barriera o barriera elettrificata o in costruzione. Non segue la green line riconosciuta nel 1949 anche da israele, ma segue piuttosto la costruzione degli insediamenti camminando di pari passo. Talvolta la sua costruzione dell'insediamento è in simultanea con la costruzione dell'insediamento. Fanno parte del muro i checkpoint, i gate, le torrette armate. La costruzione del muro è iniziata nel 2002 e l'intera opera venne presentata come “muro di difesa”, ma questo solo nella versione internazionale (website difesa israeliana in inglese); nello stesso website in versione ebraica era presentato come “muro di separazione”. Di questo si accorse una giornalista che contestò l'utilità del muro per fermare gli attacchi palestinesi, visto che oarte dei palestinesi erano nei territori del '48 per “annessione”.
  • Cosa sono gli insediamenti?
    Gli insediamenti illegali israeliani sono colonie dette “illegali” perchè violano la green line e gli accordi di Oslo. Il procedimento per la costruzione è questo: in primis arrivano i soldati israeliani che consegnano l'avviso cartaceo ai contadini palestinesi che quel pezzo di terra è diventato “zona c” ovvero sotto il controllo israeliano e che la zona adiacente è diventata “zona b”. Il tutto per motivi di sicurezza. Il contadino ha poche ore/giorni per lasciare la casa e la terra. I soldati israeliani piantano le tende e stazionano sul posto, nel frattempo la terra viene recintata. Le tende militari diventano container ed iniziano i lavori di costruzione delle case a pari passo con la costruzione del muro in cemento, nella maggior parte dei casi.
  • Come vengono costruite le case?
    In blocchi di pietra tagliati dalle colline della Palestina. La Palestina è piena di cave che dono diventate anche una devastazione ambientale. Le case sia che sono israeliane o palestinesi, pertanto, sono costruite da questi blocchi di pietra dove fra l'una e l'altra pietra, sì, ci sono quei cm di cemento... E' questo un punto fondamentale ed è bene ricordare che i palestinesi non possono costruire case (pochissime).
Ora... un'azienda o una cooperativa che costruisce grandi opere (Dal Molin, Sigonella, TAV, dighe..) è credibile che vada fin là per mettere due cm di cemento fra una pietra e l'altra e non partecipi alla costruzione del muro davanti a quella casa?
Tutta la documentazione della costruzione del muro è segregata al ministero della difesa israeliano Tel Aviv.
Io ho appreso di questo coinvolgimento da una conferenza pubblica nel Comune di Ravenna dove i relatori erano Moni Ovadia e l'allora assessora Elettra Stamboulis. Poco dopo uscì la vignetta di Gianluca Costantini; ma soprattutto le loro dichiarazioni in quella conferenza furono confermate dal web giornale sionista “informazione corretta”.
Erano fonti autorevoli ed io, da cittadina, non ho fatto altro che ripetere la loro notizia. Attribuìì con un “forse” il 20% alla Pizzarotti di Parma perchè in quel momento vi era in ballo la costruzione della ferrovia Gerusalemme-Tel Aviv, ma con un “forse”(...mia deduzione).

Andiamo ora sul termine “nazista”....
Citazioni di fonti più autorevoli di me ed oltretutto, tutti ebrei.
“Se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti” di Norman Filkenstein.
“Ciò a cui stiamo assistendo è uno spettacolo triste: i discendenti delle vittime dei nazisti stanno trasformando Gaza in un campo di concentramento” di Zygmunt Bauman
“israele, un partito fascista per il quale terrorismo e menzogna sono gli strumenti” di Albert Enstein
“il tribunale di Norimberga era falso, ce ne vorrebbe uno vero per israele” di Gilad Atzmon.

I miei stessi film sono prove della fondatezza di queste affermazioni.

Ma soprattutto:
  • A quell'epoca dell'accaduto uscivo da una campagna elettorale e comunque ero un personaggio pubblico politico. In quanto tale avevo il diritto di una critica politica.
  • Oggi.... ho vissuto in Palestina per due anni, in quella prigione a cielo aperto. Teatro di ogni tipo di orrore e violenza alla quale ho assistito ed ho vissuto. Ho documentato tutto limitandomi ad accendere la telecamera e ho cercato di fare da scudo umano con il mio corpo quando i soldati israeliani sparavano ai bambini. Per questo motivo mi hanno sparato, rapita, imprigionata, torturata e deportata.

Io, oggi, il diritto di chiamarli nazisti, lo pretendo!

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