sabato 24 giugno 2017

PALESTINA: IL GOLAN






Come ho scritto più volte, la Palestina va dall'Egitto alla Siria. C'è un'area, che sarebbe palestinese, della quale pochissimi parlano: il Golan.
Parte del Golan è sotto controllo israeliano dal 1967, oltre a quel confine c'è la Siria. Mi dicono che ogni giorno da quel confine siriano stanno arrivando autobus pieni di siriani. Gli autobus sono israeliani. E' una mossa di israele che “offre” come il pifferaio magico, la possibilità ai profughi di “diventare israeliani” e lasciare quella parte di Golan.
E' un film già visto proprio in quella zona di Golan che è la Palestina.
Una persona a me molto cara c'è appena passata e mi ha “regalato” le foto che vedete e la loro storia.... Di alcune di queste foto non dirò dove sono state fatte; il motivo lo capirete da voi.
In quella foto c'era l'ultimo avamposto dell'esercito siriano di Assad (padre) quando lo stesso stava “negoziando” il Golan con israele. I negoziati fallirono (questa è la versione ufficiale). Gli abitanti del posto, invece, sostengono che Assad abbia venduto quell'area del Golan ad israele nonostante proprio in quel periodo la politica di Assad si fosse discostata dagli altri negoziati con israele che stava tenendo Arafat.
E qui arriviamo alle foto... : Assad diede ordine ai combattenti di lasciare la zona, ma un piccolo gruppo non lo ascoltò e rimase nascosto a difendere la zona. Ci fu lo scontro con gli israeliani.
I combattenti siriani furono tutti uccisi e ci furono delle perdite anche fra gli israeliani.
Ora...: la prima foto è del monumento alla memoria degli israeliani per i soldati israeliani morti in quello scontro (notare lo stile europeo del monumento).
Le altre foto, invece, che non sono in quella zona, ma un po' più distanti... Sono di un luogo conosciuto solo dagli abitanti palestinesi e siriani. Ci si arriva tramite tunnel nascosti nel terreno (nella prima foto si vede l'inizio di uno dei tunnel). Si sbuca in un struttura bassa, in pietra e cemento.. Lì, i combattenti siriani e palestinesi si erano nascosti aspettando l'arrivo degli israeliani. E, avendo passato molto tempo là dentro, hanno scritto i loro nomi sul soffitto di quel nascondiglio.
Per gli abitanti della zona è “il nostro monumento, per i nostri combattenti”.

Pensate.. non una colata di cemento fatta da altri in memoria, ma le firme delle vittime, di chi ha dato la vita.



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