giovedì 4 agosto 2016

IL BUSINESS DEL MURO



L'avrò detto centinaia di volte dell'idea che mi sono fatta sull'occupazione della Palestina: “israele è la più grande base militare al mondo e la Palestina un laboratorio sulla quale sperimentare metodi di repressione, torture, proiettili. I palestinesi sono le cavie”.
Mi spiace che in molti siano in disaccordo su questo (anche Barnard), non per poter dire “ho ragione”, ma semplicemente perchè se conosci il mostro sai come combatterlo e hai qualche speranza di fermarlo; sennò sono solo energie investite per altri motivi (a fondo perduto o per propri interessi).
E allora, visto che la mia è solo un'opinione, ok, vediamo i FATTI.
C'è qualcuno che pensa che il progetto israele sia in declino..in fondo dopo 70 anni... Davvero? Invece io vedo che proprio ora ha il suo apice, dopo 70 anni.
Il muro fra Giordania e Palestina è in piena costruzione, un nuovo muro, quindi, che apparentemente non serviva per fermare i Palestinesi. Già fino ad oggi da quel confine non si passava. Eppure costruiscono il muro.
Confermata la notizia che si concretizza il progetto di costruire il muro anche attorno a Gaza, in superficie sarà alto 10 mt e in profondità nel terreno per altri 60 mt. Così da fermare “i missili di Hamas e i tunnel”.
E già qui..dopo 70 anni di muro di 752 km in West Bank, ne costruiscono altrettanti. Già questo basterebbe per capire che sono al top del mostro.
Ma, ecco le parole di Nethanyau che mi aiutano a scrivere la successiva doccia fredda :

Anybody can give you a very nice Powerpoint, but few can show you such a complex project as Gaza that is constantly battle-tested.”

Queste parole le ha pronunciate in Sud Africa, una visita che ha messo il primo mattoncino per altri due muri: il muro fra Kenya e Somalia, ed il muro in Messico. Sbang!

Il muro in Kenya e Somalia sarà di 682 km, e costerà 15,2 bilioni di dollari. Verrà costruito dalla Magal (israeliana) in primis.
Il muro fra Stati Uniti e Messico sarà di 2 mila miglia ed è l'asse nella manica di Donald Trump.
Il muro attorno a Gaza costerà 570 milioni di dollari, ma si prevede già che il costo triplicherà.
Il fatturato della Magal è aumentato nel primo trimestre di 12,6 milioni di dollari, nonostante la società abbia registrato una perdita di 500,000 dollari a causa del rapporto shekel/dollaro.
Fatturato che non si limita alla costruzione di muri, ma va coprire tutto ciò che serve per tutelare la parola “difesa”. Recente è la firma per un progetto per un piano di 5 milioni di dollari per allestire le strade della città di Tel Aviv con centinaia di telecamere collegate ai sistemi di allarme, citofoni e pulsanti di emergenza nelle aree comuni.
Un'industria fiorente quella della Magal, anche se molte società hanno rifiutato di partecipare alla costruzione dei muri per motivi etici/politici.
Ma, alcuni nomi dei partecipanti con la Magal ci sono già: Solel Boneh, Rafael, Israel Aerospace Industries, Elta, e Ampers.
E allora, voi capite, che iniziano a tornare molte cose accadute o che stanno accadendo..
Torna l'embargo su Gaza dal 2014 con totale chiusura dei border, con Hamas che ogni tanto spara un razzo in mare e porta nella piazza centrale il super missile che ha costruito, MOSTRANDOLO. Sembra senza senso dal punto di vista tattico poiché non vai a rendere pubbliche le poche armi che hai; diventa logico, invece, se devi mostrare la motivazione per ciò che verrà. “I missili ce li ha, sono un pericolo per israele, dobbiamo difenderci”....
Oltretutto la chiusura dei border frutta qualcosina anche di “non ufficiale” ad Hamas, visto che ora i palestinesi se pagano 5 mila euro, hanno il permesso per uscire anche con border chiuso...
Diventa anche logico che il muro in Palestina, West Bank, sia ancora lì, e che anzi, continui ad avanzare.
Diventa logico creare l'isis e massacrare la Siria, così ci vorranno i “mezzi di difesa” e l'industria potrà risollevarsi dalla crisi.
Mi gioco qualcosa che ancora non ho (le palle) che fra un po' si inizierà a parlare di altri muri, forse anche in Europa. Distrugge la speranza tutto questo? E la Resistenza?

No, la speranza c'è e la Resistenza anche, ma per il seguito vi rimando al prossimo articolo.

1 commento:

  1. Vorrei darti torto, ma non posso.Israele produce armamenti che testa sul martoriato sud della Sardegna causando quell'inquinamento da polveri sottili di uranio tanto nefasto per quanti abitano nei dintorni, per i pescatori cui vengono precluse quelle aree marine limitrofe ai poligoni, per turismo che non ha accesso a splendide baie ecc.ecc.Il tutto sotto l'egida degli U.S.A.la cui economia è in mano a potenti ebrei , matrice di quel vecchio ma sempre attuale, divide et impera.L'importante è che ci sia un pallone e qualche bel culo per distrarre il pensiero del popolo suddita.....e il resto vien da solo!!!

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