lunedì 28 settembre 2015

VISITORS NELLA MIA VITA



E' il primo giorno di libertà dalla Giordania nel quale posso scrivere...
Ero partita per stabilirmi ad Amman, ma per diversi motivi sono rientrata subito.
Spiegherò in altri articoli perchè non potevo
fare assolutamente nulla lì, così come spiegherò cos'ho visto (spose bambine, spie, campi profughi, regime, dittatura, etc.etc.).
Prima però, spiego il perchè di un rientro sperato e di corsa.
Dopo alcuni giorni  ospite in una casa palestinese ad Amman, arriva un campanellino d'allarme.
Il vicino di casa manda il figlio piccolo a chiamarmi e mi dice "Samantha, se puoi venire perchè ci sono due palestinesi
 di Ramallah che vogliono conoscerti".
Ok....
Mi trovo nel salottino con i due palestinesi che non assomigliavano al vicino di casa, ma che lui mi presenta come fratelli.
Sono appena arrivati da Ramallah e vogliono conoscermi, vabbè...
Appena mi siedo arriva la prima domanda : "sei di Hamas o del PFLP?". Cazzo, in Giordania una domanda così non ci sta proprio,
visto che sia Hamas che il PFLP sono praticamente banditi e perseguitati.
Gli rispondo che io non voto nemmeno in Italia, figuriamoci che se devo scegliere un partito in Palestina.
Si ride e si scherza in modo apparentemente spensierato e poi arriva la domanda/legnata:
"tu conosci Jbril Rajoub?".
Rajoub è il Governatore di Nablus che ho contestato pubblicamente in precedenza e fratello del rappresentate palestinese della FIFA.
Ovviamente dico la verità, che lo conosco e che l'ho visto diverse volte..
"Pensi sia una brava o una cattiva persona?".
Ahia... domanda diretta, gli premeva proprio chiedermelo a questi...
Gli rispondo che non ho mai avuto legami stretti con le autorità palestinesi e pertanto non so se sia una buona o cattiva persona;
però so che la sua politica di merda è stata contestata più volte dai palestinesi e a queste proteste ho dato voce perchè io sto sempre
dalla parte degli oppressi.
Saluto e me ne vado. Amen.
Ogni volta che qualcuno mi dava appuntamento in un luogo pubblico, luogo e persone diverse,dopo 10 minuti che sono lì arrivava
un uomo da solo (sempre diverso) e si sedeva attaccato alla mia schiena con il telefono all'orecchio (senza parlare). Carini....

Fino a qui, la situazione era ancora gestibile, anche se non immagino il seguito.
O forse il seguito (che al momento giudico slegato dal resto) è stato proprio quello che è successo.
Una settimana dopo sono ospite in un'altra casa, non palestinesi, ma internazionali.
Un bel rapporto con persone giovani. Vado a letto verso le 12,00.
Nel cuore della notte apro il gli occhi e nella mia camera c'è una donna. Tutte le luci sono spente e lei si fa luce con il telefono.
Mi chiede scusa se mi ha svegliata e chiede se nella camera  fianco c'è qualcuno, parla americano.
Gli rispondo che nella camera  fianco non c'è nessuno e che deve parlare con chi mi ospita che sta dormendo due camere più in là.
Lei mi risponde di non svegliarlo perchè non lo conosce e che si prende la camera vuota. Mi alzo perchè in quella camera
ci sono un paio di mie cose, anche se lei mi dice che non c'è problema.
Mi chiede " tu sei Samantha?" e poi aggiunge qualcosa del tipo "so che eri in Palestina" o "sei venuta dalla Palestina".
Le chiedo se ha bisogno qualcosa, rispondendomi di no, torno nella mia camera e lei si infila in bagno a farsi una doccia.
Mi riaddormento, dando per scontato che forse questa è un'ospite che doveva arrivare e si sono dimenticati di dirmelo.
La mattina dopo quando mi sveglio non trovo più nessuno, nemmeno i suoi bagagli. C'è solo una sigaretta mezza fumata nel portacenere della veranda.
Così, ripensandoci decido di chiamare chi mi ospita, che oltretutto sta tornando a casa.
E lì l'amara scoperta che chi mi ospitava non sapeva nulla.
Sgomenti nell'apprendere che a porta chiusa ci sia stato sto numero di sta tipa che non sappiamo chi cazzo sia...archiviamo tutto con la preoccupazione.
Due giorni dopo usciamo dall'appartamento con le mie valige perchè mi sto trasferendo in un'altro alloggio e la stessa donna scende
dal piano superiore proprio quando sono sul pianerottolo.
Mi dice "scusa se sono entrata nel vostro appartamento, non verrò più a disturbarvi".
Ad occhi sgranati chiediamo spiegazioni. Lei dice che doveva andare al 4° piano, ma che aveva sbagliato piano.
E come ha fatto ad aprire la porta? Ma risponde che ha aperto con le chiavi del suo appartamento...
Un pò strano. Le chiedo come fa a sapere il mio nome (nessuno sa che sono lì e chi sono). Ma lei dice che non sa il mio nome.
Per chi mi ospita è tutto a posto ed è stato un malinteso, io sinceramente non me la sono bevuta.
Un pò perchè se ti capita una cosa del genere, come minimo prima di andartene lasci un messaggio o ti fai vedere il giorno dopo per dare spiegazioni.
E non di incontrarci per caso sul pianerottolo mentre stiamo uscendo e lei sta uscendo.
Ed un pò perchè l'ho guardata negli occhi, li ho già visti quegli occhi... in un'altra donna in Palestina. Ed, allora, avevamo tratto
le nostre conclusioni.
Sembrano dei cloni, si muovono tutti nello stesso modo, lo stesso sguardo, stesso modo di recitare.
Questa, comunque, prima di salutarci ha concluso che non c'è problema per le chiavi perchè sarebbe partita venerdì notte...ma
guarda che caso, proprio quando parto io.
Troppe "casualità" in un luogo come la Giordania dove la frase d'ordine è "non fidarti assolutamente di nessuno".
A tutto questo va aggiunto che quasi nessuno voleva farsi vedere in giro con me, e non era una cosa legata a Samantha, ma
al fatto che attirava l'attenzione. Tutto in Giordania deve essere nascosto sotto al tappeto.
Mò lo sbatto sto tappeto, faccio uscire la polvere.


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