martedì 29 settembre 2015

IL CORRIDOIO GIORDANIA



Quando sono partita per la Giordania avevo domande e propositi. Mi chiedevo come mai israele iniziasse a costruire il muro della vergogna
anche fra Giordania e Palestina, a sud vicino ad Aqaba. E come mai ci fosse pochissima o nulla documentazione dalla Giordania.
Il muro in quel confine è totalmente inutile, non ci passa nemmeno uno spillo. Volevo capire e documentare la costruzione.
Scopro quasi subito che è impossibile perchè i mukabarak giordani ti fermano 20 km prima del confine e non ti lasciano continuare.
A nord, al confine con la Siria, sapevo che c'è l'ISIS ed anche lì avrei voluto filmare; ma anche lì i mukabarak ti fermano 20 km prima.
Pensavo anche di filmare semplicemente la vita di Amman, i campi profughi e il centro; ma scopro da subito che due mesi fa il Governo giordano
ha messo il divieto delle telecamere della stampa (se sono piccole e non si notano non dovrebbero esserci problemi, ma la mia è vietata in tutta la Giordania,
 anche nei luoghi turistici). Guardate, quest'ultima cosa è molto strana e dice molto.
Inizio a vedere un pò di persone, contatti vari, amici. Ed inizio a farmi il quadro dei "perchè".
- l'ISIS non è solo al confine con la Siria, ma è dentro alla Giordania. Anche nel centro di Amman.
Mi dicono che "Re Abdullah sta gestendo bene la faccenda.. non possono fare nulla lì, se non usare la Giordania
come corridoio per andare verso gli altri Stati". Beh, questa è un'interpretazione. Io potrei leggerla che il Re permette all'ISIS
di stare lì e andare a far porcate negli altri Stati.
- i campi profughi sono messi peggio di quelli in Palestina, e per diversi motivi. Qui i profughi devono pagare luce, gas ed acqua; ed anche le tasse.
Cosa ancor più grave, i profughi hanno sì un documento d'identità giordano, ma è senza numero nazionale. Senza numero nazionale
è come non esistere. Non puoi lavorare, non puoi far richiesta per andartene o per "tornare" da dove sei venuto. Per avere
assistenza sanitaria devi pagare.
- a sud c'è una città, Maan, è blindata e sparano tutti i giorni.
- lungo le strade principali, ogni 2 km ci sono posti di blocco per il traffico dove i governo salassa i cittadini con multe. Ma,
ci sono anche nuovi posti di blocco con soldati e auto che portano lanciamissili. Quest'ultimi (che vedo) sono stati messi da due mesi.

Due mesi..la stessa tempistica per il divieto delle telecamere. Re Abdullah non vuole che il mondo veda cosa sta per accadere.
E sono due mesi che ho una strana sensazione e con chiunque io parli e capisca un pò di Palestina e Siria, ha la stessa sensazione.
La Giordania è un corridoio per l'ISIS, sarà un corridoio per i profughi che scapperanno da lì fra poco e tenteranno di
entrare da sud in quello che viene chiamato "israele". Scapperanno da quello che abbiamo sentito a pelle, ma che oramai è certo:
sta per scoppiare la grossa guerra in Medioriente. Dall'Egitto alla Siria. Si lotterà contro l'ISIS, contro l'Arabia Saudita.
contro le forze occidentali, ma anche fra fratelli.
E' già iniziata, con queste modalità, in Siria; e sarà così in Egitto, Palestina, Giordania, Yemen, Libano, Bahrain. Tutto nei prossimi mesi.

Sarà quel che è già in Siria: una lotta di potere e le vittime saranno le popolazioni, tutte.

lunedì 28 settembre 2015

VISITORS NELLA MIA VITA



E' il primo giorno di libertà dalla Giordania nel quale posso scrivere...
Ero partita per stabilirmi ad Amman, ma per diversi motivi sono rientrata subito.
Spiegherò in altri articoli perchè non potevo
fare assolutamente nulla lì, così come spiegherò cos'ho visto (spose bambine, spie, campi profughi, regime, dittatura, etc.etc.).
Prima però, spiego il perchè di un rientro sperato e di corsa.
Dopo alcuni giorni  ospite in una casa palestinese ad Amman, arriva un campanellino d'allarme.
Il vicino di casa manda il figlio piccolo a chiamarmi e mi dice "Samantha, se puoi venire perchè ci sono due palestinesi
 di Ramallah che vogliono conoscerti".
Ok....
Mi trovo nel salottino con i due palestinesi che non assomigliavano al vicino di casa, ma che lui mi presenta come fratelli.
Sono appena arrivati da Ramallah e vogliono conoscermi, vabbè...
Appena mi siedo arriva la prima domanda : "sei di Hamas o del PFLP?". Cazzo, in Giordania una domanda così non ci sta proprio,
visto che sia Hamas che il PFLP sono praticamente banditi e perseguitati.
Gli rispondo che io non voto nemmeno in Italia, figuriamoci che se devo scegliere un partito in Palestina.
Si ride e si scherza in modo apparentemente spensierato e poi arriva la domanda/legnata:
"tu conosci Jbril Rajoub?".
Rajoub è il Governatore di Nablus che ho contestato pubblicamente in precedenza e fratello del rappresentate palestinese della FIFA.
Ovviamente dico la verità, che lo conosco e che l'ho visto diverse volte..
"Pensi sia una brava o una cattiva persona?".
Ahia... domanda diretta, gli premeva proprio chiedermelo a questi...
Gli rispondo che non ho mai avuto legami stretti con le autorità palestinesi e pertanto non so se sia una buona o cattiva persona;
però so che la sua politica di merda è stata contestata più volte dai palestinesi e a queste proteste ho dato voce perchè io sto sempre
dalla parte degli oppressi.
Saluto e me ne vado. Amen.
Ogni volta che qualcuno mi dava appuntamento in un luogo pubblico, luogo e persone diverse,dopo 10 minuti che sono lì arrivava
un uomo da solo (sempre diverso) e si sedeva attaccato alla mia schiena con il telefono all'orecchio (senza parlare). Carini....

Fino a qui, la situazione era ancora gestibile, anche se non immagino il seguito.
O forse il seguito (che al momento giudico slegato dal resto) è stato proprio quello che è successo.
Una settimana dopo sono ospite in un'altra casa, non palestinesi, ma internazionali.
Un bel rapporto con persone giovani. Vado a letto verso le 12,00.
Nel cuore della notte apro il gli occhi e nella mia camera c'è una donna. Tutte le luci sono spente e lei si fa luce con il telefono.
Mi chiede scusa se mi ha svegliata e chiede se nella camera  fianco c'è qualcuno, parla americano.
Gli rispondo che nella camera  fianco non c'è nessuno e che deve parlare con chi mi ospita che sta dormendo due camere più in là.
Lei mi risponde di non svegliarlo perchè non lo conosce e che si prende la camera vuota. Mi alzo perchè in quella camera
ci sono un paio di mie cose, anche se lei mi dice che non c'è problema.
Mi chiede " tu sei Samantha?" e poi aggiunge qualcosa del tipo "so che eri in Palestina" o "sei venuta dalla Palestina".
Le chiedo se ha bisogno qualcosa, rispondendomi di no, torno nella mia camera e lei si infila in bagno a farsi una doccia.
Mi riaddormento, dando per scontato che forse questa è un'ospite che doveva arrivare e si sono dimenticati di dirmelo.
La mattina dopo quando mi sveglio non trovo più nessuno, nemmeno i suoi bagagli. C'è solo una sigaretta mezza fumata nel portacenere della veranda.
Così, ripensandoci decido di chiamare chi mi ospita, che oltretutto sta tornando a casa.
E lì l'amara scoperta che chi mi ospitava non sapeva nulla.
Sgomenti nell'apprendere che a porta chiusa ci sia stato sto numero di sta tipa che non sappiamo chi cazzo sia...archiviamo tutto con la preoccupazione.
Due giorni dopo usciamo dall'appartamento con le mie valige perchè mi sto trasferendo in un'altro alloggio e la stessa donna scende
dal piano superiore proprio quando sono sul pianerottolo.
Mi dice "scusa se sono entrata nel vostro appartamento, non verrò più a disturbarvi".
Ad occhi sgranati chiediamo spiegazioni. Lei dice che doveva andare al 4° piano, ma che aveva sbagliato piano.
E come ha fatto ad aprire la porta? Ma risponde che ha aperto con le chiavi del suo appartamento...
Un pò strano. Le chiedo come fa a sapere il mio nome (nessuno sa che sono lì e chi sono). Ma lei dice che non sa il mio nome.
Per chi mi ospita è tutto a posto ed è stato un malinteso, io sinceramente non me la sono bevuta.
Un pò perchè se ti capita una cosa del genere, come minimo prima di andartene lasci un messaggio o ti fai vedere il giorno dopo per dare spiegazioni.
E non di incontrarci per caso sul pianerottolo mentre stiamo uscendo e lei sta uscendo.
Ed un pò perchè l'ho guardata negli occhi, li ho già visti quegli occhi... in un'altra donna in Palestina. Ed, allora, avevamo tratto
le nostre conclusioni.
Sembrano dei cloni, si muovono tutti nello stesso modo, lo stesso sguardo, stesso modo di recitare.
Questa, comunque, prima di salutarci ha concluso che non c'è problema per le chiavi perchè sarebbe partita venerdì notte...ma
guarda che caso, proprio quando parto io.
Troppe "casualità" in un luogo come la Giordania dove la frase d'ordine è "non fidarti assolutamente di nessuno".
A tutto questo va aggiunto che quasi nessuno voleva farsi vedere in giro con me, e non era una cosa legata a Samantha, ma
al fatto che attirava l'attenzione. Tutto in Giordania deve essere nascosto sotto al tappeto.
Mò lo sbatto sto tappeto, faccio uscire la polvere.


venerdì 11 settembre 2015

SVENDESI SOLIDARIETA'



Solidarietà a me, a Dario, a Cristina, al Sindaco, ai puffi con Biancaneve e alle formiche schiacciate dalle auto. Solidarietà a tutti, non ci si rompe nemmeno un'unghia e non costa come la sofferenza per le vittime. La solidarietà è in svendita anche per chi fa parte della lobby PD o ha un mq di riflettori. Il prossimo che mi da la solidarietà o mi coinvolge in questi castellini da 4 soldi, lo mando a fare in culo pubblicamente. Tutto quello che faccio è solidarietà, certo, ma per chi sta soffrendo. Sto parlando di profughi, rifugiati, prigionieri, torturati, rapiti, uccisi. Loro, devono avere l'attenzione, la solidarietà, il sacrificio, non chi al massimo si è beccato una strigliata o qualche commento sionista dall'ultima ruota del carro. "siamo con te" "tieni duro"...ragazzi, smettetela, è patetico. Davvero.
Ora, però, apro un'ulteriore chiarimento sperando che non passi come un'attacco a qualcuno, ma solo per chiarire una mia posizione in merito ad un certo tipo di solidarietà. Mi è arrivata l'ennesima richiesta di raccogliere soldi per il rilascio di un prigioniero politico palestinese. Mi spiace, ma io ho maturato l'idea che questa non è più solidarietà nè supporto alla Resistenza. israele ha creato una macchina per fare soldi sui prigionieri politici, continuano ad alzare le richieste di riscatto e i palestinesi continuano a pagare. Quando Jehad è stato rapito, voi avete mandato i soldi senza che io lo chiedessi. Quando Sameer è stato rapito, io ho chiesto di mandare i soldi (4000 shekel) affinchè pagassimo per il suo rilascio....e guardate un pò cos'è successo: hanno chiesto più soldi e continuano a rimandare l'udienza, e Sameer è ancora lì in prigione. Ma aldilà del fatto che Sameer non sia stato rilasciato.. Io credo che la Palestina sia occupata militarmente dal gruppo terroristico denominato "israele". Se un italiano viene rapito dai terroristi, il nostro Governo si mobilita e paga per il suo rilascio. Quindi, credo che l'Autorità Nazionale Palestinese debba prendersi le sue responsabilità e trattare per ogni prigioniero e/o pagare per il suo rilascio. Forse dopo un breve periodo dove i palestinesi smettono di pagare i riscatti e a pagarli è il Governo Palestinese, il giochino inizia ad incepparsi perchè bene o male l'anp "tratta" con israele. Ho chiesto più volte che cosa succede se una famiglia non paga per il rilascio del prigioniero, mi hanno risposto che non accade mai perchè presto o tardi paga sempre.
Non voglio assolutamente criticare chi supporta i prigionieri politici tramite donazioni o dona per il rilascio, si tira fuori una persona dalla prigione e non è poco... Solo, con questo mio, scrivo perchè io non parteciperò più a collette per il rilascio di prigionieri politici.
Sono certa che quest'ultima mia posizione verrà attaccata in ogni modo e con parole a sproposito, così com'è stato in precendeza per altre cose che ho scritto o solo accennato. Ho saputo, infatti, che mi è stato dato dell'imperialista riguardo alla Siria.... Ma davvero?
Ma porca merda, ma secondo voi io posso stare dalla parte di chi opprime un popolo, dalla parte di chi tortura e uccide i palestinesi nelle prigioni e nei campi profughi? E per la "paura" di farmi additare come "non compagna". Datemi anche della zoccola, non è così che mi fate soffrire. Mi fa soffrire vedere i siriani qui in Giordania e ascoltare le loro storie di torture e famigliari ammazzati da Assad. Mi fa male sentirmi raccontare che nel campo profughi di Yarmouk, i "compagni" del pflp hanno sparato ai palestinesi perchè non sostenevano Assad, mi fa soffrire sentirmi dire dai siriani e dai palestinesi deportati "perchè in Europa ci sono persone che supportano Assad sapendo dai fatti storici che collabora con israele, stati uniti, arabia saudita e che sta sterminando i poveri, anche con l'aiuto dell'iran, bombardando e facendo entrare l'isis nei campi?"; mi fa soffrire vedere che si lotta per una bandiera (qualunque essa sia). Io non ho bandiere nel mio cuore, nè confini, nè "Stati". Ho le vittime, gli oppressi, chi soffre.
Ieri ho visto due leoni, forti, deportati. Soffrono, non a causa del nemico, ma a causa della non-lotta che si fa al nemico. Li capisco, ho la loro sofferenza.
Quindi, ora, datemi dell'imperialista, della zoccola, della stupida, dite quello che volete con la vostra bandiera in mano. Ai miei occhi siete, solo, colpevoli. Tutte persone che fanno le lotte con il culo degli altri, che non hanno la minima idea di cosa sia ora la Palestina (dall'Egitto alla Siria)o ce l'hanno, ma devono reggere una bandiera.

Sperando che dopo i vostri attacchi non arrivino i commenti "solidarietà a Samantha".... Sono stata in Italia due mesi, senza casa, senza lavoro, senza nemmeno i vestiti. Ho visto chi lotta per i diritti umani e chi no. Fatevene una ragione dopo il selfie.

giovedì 10 settembre 2015

NON VISITA AI CAMPI PROFUGHI






Oggi sono andata al nord della Giordania, verso Hirbid. Lungo la strada si passa il campo profughi di Al Bakha e quello che mi spacca vista e cuore è scoprire che hanno separato la strada principale dal campo. Ci si passa a fianco, ma si è "separati" o meglio.. i profughi sono separati dagli altri. Prima di arrivare a Hirbid c'è un bivio: a destra si entra nella città, andando dritto a soli 15 km c'è la Siria. Mi dicono che non mi ci faranno arrivare perchè al confine sparano. Chiedo se a sparare sia l'isis, ma mi dicono che lì sul confine a sparare sono un pò tutti. Nessuno mi accompagnerà lì. Hirbit è la solita città moderna e non posso visitarla perchè oggi è un'altra giornata di tempesta di sabbia. Alle ore 11,00 ci sono già 41° e l'aria è piena di sabbia, non si riesce a respirare. In line d'aria sono a 30 km da Nablus (Palestina). Tornando spero di incontrare lungo la strada qualche contadino, ma non c'è nessuno a causa del clima di questi giorni. Trovo un'uomo che vende la frutta sulla strada. Quando gli chiedo di fotografare la frutta, inizia a ballare ed è felice, ma anche lui.... non parla un granchè. Nel campo profughi sembra difficile entrare, soprattutto con una telecamera.
In linea di massima, almeno per il momento, ho l'impressione che qui nessuno voglia parlare, men che meno davanti ad una telecamera. Vi racconto solo questo... il primo giorno ad Amman mi hanno portata all'anfiteatro romano che è nel centro della città. Un posto turistico quindi. Non mi hanno fatta entrare perchè avevo, la telecamera troppo grossa. Mi hanno detto di tornare con una telecamera più piccola... Ed ero in un luogo turistico; immaginate, quindi, cosa vuol dire cercare di fare un'intervista o entrare a filmare in un campo profughi...
Qui sono tutti o profughi o persone che hanno lasciato i Paesi in guerra, hanno la tranquillità e vogliono mantenerla. Non ci sono manifestazioni o proteste, nulla. Sono una popolazione stretta nella morsa delle tasse del Governo. Fanno pagare nche la tassa sulla televisione, e non è una bufala come il nostro canone. Ogni mese sulla bolletta della corrente elettrica c'è un dinaro per la tv, anche se non ce l'hai. Lungo le strade è pieno di polizia che fa le multe alle auto (attorno ai 400 dinari se passi il limite di velocità). Mi dicono che in Giordania non c'è nulla, non c'è petrolio, non ci sono ricchezze, quindi il Governo crea il suo badget dalle tasche degli abitanti....peccato che gli abitanti sono quasi tutti (come detto prima) profughi o persone di paesi sotto attacco.
Non so se riuiscirò a svolgere qualche report o ad avere qualche racconto. E' dura qui.

martedì 8 settembre 2015

C.S. AVV. LUCA BAUCCIO


A seguito della sterile e diffamatoria campagna lanciata da media e vari supporter del Governo israeliano sulla proiezione del film di Samantha Comizzoli Israele, il cancro , si rende noto che la regista del film Samantha Comizzoli ha dato incarico all'avv. Luca Bauccio di querelare per diffamazione chiunque abbia accostato il suo nome e la sua opera all'antisemitismo. Tanto nel pensiero e nella vita di Samantha Comizzoli quanto nel film Israele il Cancro non vi è nulla che autorizzi a tale diffamatorio accostamento. Al contrario la posizione di Samantha Comizzoli è sempre stata chiara e univoca: l'antisemitismo è da considerare un delitto contro l'umanità e una vergogna senza giustificazione . Del pari Samantha Comizzoli rivendica il diritto di condannare l'occupazione della Palestina e la scellerata politica di annientamento dei diritti e dello stesso popolo palestinese. Questo diritto è inalienabile ed è tutt'uno con la condanna del l'antisemitismo. Chi fa finta di non capirlo è in mala fede e vorrebbe solo continuare ad usare l'antisemitismo come foglia di fico per giustificare un crimine contro l'umanità che ogni giorno si perpetua sulla pelle dei palestinesi. ISRAELE IL CANCRO è un'opera che condanna proprio questo e non certo gli ebrei in quanto popolo. Ma questo è già noto. Chi lo ignora fa solo speculazione. E di questa speculazione, l'Unità compresa, risponderanno tutti in Tribunale.

1 GIORNO AD AMMAN


Ieri è stato il mio primo giorno ad Amman, Giordania, o meglio.... Palestina (visto che per me la Palestina va dall'Egitto alla Siria). C'è stata da subito l'accoglienza e l'ospitalità palestinese, ma su quasi tutte le persone che ho incontrato pesa la stessa mannaia: palestinesi che non possono rientrare in Palestina. Deportati, come me,  o "una volta usciti, mai più fatti rientrare". Ho incontrato uno di Gaza che quando gli ho detto che ero stata per lungo tempo in Palestina ha annusato l'aria..per sentire l'odore della sua terra. Vende il caffè, è un profugo.
Amman è una città enorme, dove ti sposti di 40 km e sei ancora nella città. Tutte le costruzioni sono recenti, palazzoni e qualche grattacielo, visivamente architettura degli ultimi 50 anni ovviamente nata dopo l'Intifada. C'è lo stesso cibo della Palestina, gli stessi suoni (carrettino dei gelati, uomo con il megafono per la verdura, stesso traffico per le strade, stesse musiche) la stessa aria. In fondo, sono a pochi km da Nablus e continuo a guardare all'orizzonte perchè so che è lì. Ho lo stesso clima di Nablus che stamattina si è svegliata nella nebbia, come qui. Insomma, sono a mezz'ora di strada dalle persone che non potrò più riabbracciare e da quegli scontri nei quali non posso più fare da scudo umano. Questa mattina mi sono tornate in mente le parole che ho sentito in un film, "taxi Tehran".. : "quando racconti la verità fanno così per fermarti... dapprima cercano di farti passare per un mossad o dicono che hai offeso la sharìa, poi ti rapiscono e ti mettono in prigione dove ti torturano in qualche modo, e quando esci scopri di essere in un'altra prigione...".