venerdì 31 ottobre 2014

PALESTINA: BRUTTA SCOPERTA



Non lascio mai i lavori a metà. Nel film SHOOT avevo parlato di un progetto finanziato da USAID per portare l'acqua ai Palestinesi dopo che israele si era preso i loro pozzi.
Dopo due anni di lavori, il 25 agosto alla presenza di USAID, varie autorità con 40 auto e bambini che tagliano il nastro...si è inaugurato il progetto.
L'enorme costo delle taniche d'acqua per le famiglie di alcuni villaggi sembrava fermato per avere finalmente l'acqua dal rubinetto.
Ieri, sono andata nella sede municipale del villaggio di Assira Al Qabilja, Nablus, per incontrare il Sindaco e farci dire se sono felici e se potevo dare la bella notizia.
Ma ho fatto due brutte scoperte che non vi scrivo perchè le sentirete direttamente dalle bocche delgi interessati nel video.
Mi spiace, ma è inutile gridare “Palestina libera” se non c'è più la Palestina.

Per capire cosa sta succedendo qui, per capire perchè i coloni hanno preso le case a Silwan, perchè vogliono prendere la Moschea di Al Aqsa e tanto altro..pubblico questo video.

mercoledì 29 ottobre 2014

RESISTENZA PALESTINESE: AJA



La foto che allego all'articolo è stra famosa, ma non so quanti conoscono la storia di questa foto...cos'era successo, chi è quella Donna..
Oggi sono andata da lei, a Salem, Nablus. La chiamano “Aja”, qui in Palestina viene usato per le donne vecchie o per le donne che sono state alla Mecca. Questa Aja ha 67 anni e alla Mecca c'è stata 3 volte. Quindi è Aja a tutti gli effetti.
Quando arriviamo ci mostra la foto che lei ha incorniciato, poi, per parlarci ci porta in mezzo agli ulivi, lì sul quel terreno dove è successo tutto.
Sono passati 7 anni da quel giorno. Aja ha sentito la motosega in mezzo agli ulivi e ha capito. Salem (che significa “pace”) è un villaggio che confina con l'insediamento illegale di Elon Moreh ed è blindato dal checkpoint di Beit Furik (ve lo ricorderete in un qualche mio video di scontri e dove ci sono stati parecchi shebab uccisi dai soldati israeliani).
Quindi la Aja ha capito che lì c'erano i coloni di Elon Moreh che gli stavano tagliando gli ulivi. E' arrivata con suo figlio correndo, piangendo ed urlando “Allah Akbar”. I coloni sono scappati e a circondare il terreno sono rimasti i soldati israeliani, che non facevano un cazzo, né per fermare i coloni né dopo.
Aja, quando ha visto gli ulivi con i rami tagliati lo ha abbracciato. Mi ha spiegato che gli ulivi sono la vita, sono la Palestina. Perchè loro lo piantano piccolino e lo accudiscono anno dopo anno e cresce piano piano..e quando diventano grandi, questi alberi ricambiano chi li ha allevati dando le olive. Potete immaginare cosa voglia dire, quindi, tagliare o bruciare gli ulivi. Da quella foto famosa capisco che Aja ha una relazione molto forte con la terra e con la natura. Lei semplicemente mi risponde “io sono gli ulivi, io sono la terra”.
La seconda volta che i coloni si presentano sul terreno di Aja gli bruciano gli ulivi.
Ed ecco che arriviamo alla terza volta...quella “inedita”.
Aja vede i coloni e i soldati in mezzo agli ulivi. Si avvicina, i soldati non si muovono e non si muove nemmeno un colono israeliano. Aja arriva lì vicino, senza dire una parola, e prende il colono per la barba (aveva di quelle barbe lunghe tipiche dei coloni). Aja inizia tirare con tutte e due le mani fino a quando lo tira per terra, poi gli mette un piede sulla testa per tenerlo fermo. Prende una pietra e tenendola con la mano la mostra agli altri coloni e ai soldati. Gli israeliani indietreggiano e Aja lascia andare il colono.
Ride quando ci racconta la storia, ha così tanta energia che sebbene sia seduta faccio fatica a riprenderla perchè si anima... Gli diciamo “non hai paura dei soldati e dei coloni, vero?”

Lei mi risponde “chi onora la terra non ha paura”.  

martedì 28 ottobre 2014

BUSSATE A QUELLA PORTA....



Cosa faccio quando non sono su facebook a pubblicarvi le notizie? Pensate che “l'enorme lavoro” (così definito da voi in messaggi privati) per il quale io sono qui, sia questo?
Perchè nessuno di voi me l'ha mai chiesto?
Quando mi collego a facebook per me è staccare la spina da dove sono, ci credete? Con le notizie che do..io stacco la spina.
Quello che conoscete del mio attivismo è il 10%. Vi faccio l'esempio di oggi.....giornata senza appuntamenti.
Vado nel suk a fare la spesa. Io ho delle bancarelle fisse per fare la spesa, sono bancarelle particolari.
La mia prima tappa è il pane. Vado da un uomo che dimostra 80 anni, ma è sicuramente più bassa la sua età anagrafica. Non sta in piedi e gli manca un braccio. Ha fatto due Intifade. Ha un pane buonissimo e non “carica” il prezzo del pane a me, perchè sono straniera. E' un uomo onesto, uno con gli occhi lucidi che non riescono più a piangere. Non gli ho mai chiesto la sua storia perchè ho sempre avuto l'impressione che non abbia voglia di raccontarmela. Rispetto la sua discrezione e mi fa piacere comprare il pane da un uomo che con dignità no chiede la carità, ma sta lì a lavorare per (sicuramente) mantenere la sua famiglia. E' uno che se arrivano persone cattive gli possono fottere tutto quello che ha in due secondi e molto probabilmente spera che non accada, ma lui sta lì. Tutto il giorno e tutti i giorni.
La seconda tappa è l'uomo del formaggio. Lui non ha nemmeno la bancarella, ha solo due secchi con dentro il formaggio che produce e sta in piedi perchè non c'è posto in quell'angolo del suk per lui. Anche lui dimostra 80 anni, ma né avrà sicuramente di meno.
Terza tappa: carote e patate. Quest'uomo è distrutto fisicamente, e ha solo da vendere carote e patate su due tavolini. Un kg di carote lo pago 4 shekel (1 euro), Ci pensate? Quanti soldi potrà fare per vivere quando ha finito la giornata. Quanti soldi avrà per mantenere i suoi figli e sua moglie?
Poi, vado dall'uomo dei lupini. E' un vecchio, seduto, fra due bancarelle. Ha una bacinella di plastica con dentro i lupini che vende a 1 shekel e mezzo a sacchettino. Quest'uomo è molto vecchio ed è cieco. Quindi può solo sperare che gli altri non gli freghino e lupini, quelli che passano di lì. Ha la schiena curva e non può vedermi in faccia. Io lo guardo sempre e ho lo stesso pensiero che nutro per gli altri dai quali sono già stata, ma ve lo dirò alla fine.
Ultima tappa: pomodori, cipolle e altre verdure. Di quest'uomo avevo scritto un articolo già mesi fa. E' all'angolo di casa sua con una bancarella. Il muro è stato bombardato dai missili che gli israeliani hanno sparato di notte quando sono entrati nel suk. Si, sono entrati in un suk largo due metri con un arnese lanciarazzi largo 1,80 e hanno sparato i missili sulle case. Lui ha tutte le gambe piene di segni e il fratello è morto. Sulla parete c'è una foto grandissima del figlio che è in prigione dalla seconda Intifada. E' stato preso da israele con l'accusa di “avere l'intenzione di mettere una bomba”..... E' ancora in prigione e il padre stava aspettando l'udienza di questo ottobre da anni... Oggi mi ha detto che è stata rinviata senza data. Oggi era con un suo amico, un uomo anziano come lui. Ci ha presentate e gli ha detto come mai ho un tutore alla gamba e zoppico.
L'amico mi ha detto “abbiamo molto rispetto per voi, per quello che fate per la Palestina..ma...dovete sapere che noi, noi che abbiamo fatto due Intifade, che siamo pieni di cicatrici, amputazioni, figli e parenti ammazzati o presi da israele..ecco noi...stiamo qui seduti mentre voi andate ad Ofer a farvi sparare da israele..sapete perchè? Perchè noi la verità ce l'abbiamo negli occhi. E' quella verità che ti fa gli occhi lucidi e non sai piangerla, perchè dopo tutto quello che abbiamo fatto e passato, ora la diciamo: in Palestina ci sono Palestinesi orrendi che hanno VENDUTO la Palestina ad israele”.
Tutti questi uomini, per me, sono la Resistenza. Stanno lì senza alcuna speranza, senza forze, senza nessuno che si accorga di loro e che si ricordi di loro. Ma stanno lì, soffrendo.

Torno a casa, con i sacchetti della spesa piena e con il cuore vuoto, la testa è come dentro ad un alveare. Non ho più forze dopo aver fatto la spesa nel suk di Nablus, in Palestina. O almeno, da quelle bancarelle dove sono stata io, se uno va nei negozi al massimo si trova a litigare per il prezzo perchè sei straniero...

Oggi su facebook mi trovo in una discussione dove mi si chiede in merito alle Donne Palestinesi..e non è la prima volta.
Scusate...per carità, io vi rispondo, ma dopo aver fatto la spesa come fate voi...mi viene l'ulcera dal nervoso e mi viene da dirvi: cazzo, ma perchè non andate nella vostra città a parlare con le Donne Palestinesi, Siriane, Rom, Marocchine, Tunisine, etc. etc.. Perchè chiedete a me su facebook?
A che pro? A cosa serve? Andate e bussate alla loro porta, non come turiste del cazzo, ma come amiche. Come persone UMANE. Create un rapporto, parlate con loro, bussate alla porta della vostra vicina e andate a prendervi un caffè. Fate una passeggiata con le donne Rom.
E' inutile, davvero inutile, parlare di diritti umani in Palestina se non vedete la vostra vicina di casa. Tutte le volte che mi scrivete “mi sento inutile e non posso fare niente davanti ad un bambino ucciso da israele”. Andate in una carovana dei Rom e mangiate con loro. Questo è lavorare per i diritti umani.
Pensate che serva a fermare il mostro pubblicare le notizie su facebook? Davvero? Se davvero servisse a fermare il mostro, il mostro mi avrebbe già fermato.

Divulgare le notizie fa solo crescere la consapevolezza di un fatto che è accaduto, dopo però, ci deve essere il resto..il lavoro affinchè quel fatto non accada più.

lunedì 27 ottobre 2014

TU ESISTI: ABDULLAH



Questa è una storia del quale non troverete una parola, in nessun libro, in nessun articolo. Non è solo la storia della vita di una persona, ma è parte fondamentale della storia della Palestina. Nessuno l'ha mai scritta e ho trovato, fortunatamente, una persona ancora in vita e che era presente che me l'ha raccontata. Quando arriverete alla fine, capirete perchè voglio scriverla ora.
1967 Palestina. Un gruppo di persone che si conoscono e che fanno parte del PFLP decidono di creare una parte armata. Alcuni di loro sono in Palestina, uno è in Giordania, quest'ultimo si chiama Abdullah Ahmad Hasan Alshami ed è di Assira Al Qabilja, Nablus.

Questa è la sua storia.
Abdullah è subito pronto alla chiamata dei compagni in Palestina per costruire ed istruire un gruppo che possa affrontare i nazisti israeliani usando anche le armi.
E' in Giordania ed entrare in Palestina con quella missione non è cosa semplice. Quindi parte, a piedi e fa tutto il viaggio a piedi, senza farsi notare. Lungo il viaggio finisce il cibo, finisce l'acqua ed arriva ad Assira stremato e malato.
Quando arriva è notte e non va subito alla casa di famiglia. Va in un campo coltivato e si nasconde dentro ad un buco, di quei buchi dove i contadini buttano le sterpaglie e poi le bruciano.
Si nasconde lì, per riposarsi un po' e si copre con dei rami e delle sterpaglie. E' malato per il viaggio durissimo.
Quando arriva la mattina viene svegliato da alcune voci: sono i contadini che sono arrivati a lavorare su quella terra. Abdullah non può farsi trovare perchè non può fidarsi di nessuno. Rimane nel buco in silenzio.
I contadini iniziano a tagliare sterpaglie e a buttarle nel buco, sopra ad Abdullah. Continuano tutto il giorno e riempiono quel buco. Abdullah è là sotto e fatica a respirare. Arriva il tramonto e i contadini se ne vanno. Abdullah aspetta un po' per sicurezza ed, infatti, arrivano i soldati israeliani che si accampano proprio lì. Ci rimangono tutto il giorno successivo.
Abdullah rimane nel buco per due giorni, stremato, malato e faticando il respiro. Ma sopravvive.
Arriva alla casa di famiglia, di nascosto. Solo la madre e la sorella sanno che Abdullah è lì. Lo nascondono in soffitta e lo curano per due mesi, senza mai farsi beccare dagli altri componenti della famiglia. A portargli il cibo e cure ci vanno di notte, quando tutti dormono.
Dopo due mesi, Abdullah è pronto ed inizia con gli altri compagni il lavoro per formare giovani shebab alla lotta armata. Li istruiscono anche se pretendono che terminino gli studi “perchè abbiamo un Paese da costruire”. Scelgono gli shebab e fra di loro scelgono appositamente una spia israeliana. Abdullah crede sia una mossa tattica, perchè la spia possa essere “usata” dal gruppo, perchè forse lo stesso non potrà tirarsi indietro quando gli chiederanno di portare al gruppo le armi.
Nel frattempo anche la sorella di Abdullah inzia a lavorare nel gruppo e piazza una bomba in una specie di banca israeliana a Nablus. Il gruppo si chiama Feda'eya e collabora con le brigate Ali Mustaphà. Tutto è perfettamente organizzato. Stiamo parlando di anni dove non ci sono cellulari, internet....etc.etc. Per comunicare in barba ai nazisti non è semplice. Si mandano i messaggi da un villaggio all'altro in questo modo: svuotano una sigaretta del tabacco e ci infilano il messaggino di carta arrotolato, poi richiudono con un po' di tabacco e rimettono la sigaretta nel pacchetto. Il pacchetto viene portato da qualcuno in un altro villaggio, in modo che se quel qualcuno veniva preso dai nazisti israeliani, non trovavano il messaggio.
Arriva un altro di quei momenti di chiedere armi alla spia che è nel gruppo. E lui risponde come altre volte...”non c'è problema, le porto io, so dove trovarle”. Il tizio ritorna nel villaggio poco dopo. Ad attenderlo fra gli ulivi ci sono Abdullah e gli shebab/studenti. Appoggia le armi in mezzo a loro e si allontana. Abdullah guarda e vede che ha messo una bomba che sta per esplodere. Moriranno tutti. Così Abdullah sceglie di salvare più vite possibili e si getta sulla bomba con il corpo abbracciandola. Due secondi, e la bomba esplode. Muore Abdullah e uno shebab vicino a lui.
La bomba si è portata via la parte centrale del corpo di Abdullah, ed uno shebab è morto. Ma, sono salvi tutti gli altri compagni/studenti. Fra di loro, fra quei giovani shebab, pur non essendo presente quel giorno, ma fra di loro c'è Ahmad Sa'adat.
Arrivano gli israeliani e prendono il corpo di Abdullah e convocano il padre.
Il padre sa benissimo che se riconoscerà quel corpo come suo figlio, verrà arrestata tutta la famiglia e distrutta la casa.
Così arriva davanti a quel corpo mezzo distrutto e ai soldati che lo circondano e gli chiedono “è tuo figlio?” , il padre risponde “no, non è mio figlio”. I soldati iniziano a ridere e dicono “ah davvero, non è tuo figlio questo? Ok siediti qui..”.
Il padre è seduto e davanti ai suoi occhi c'è suo figlio morto. Il soldato israeliano inizia ad amputare il naso del figlio, poi le orecchie...davanti al padre che non riesce a trattenere le lacrime.

Abdullah quel giorno viene portato in un cimitero dei numeri, forse, o forse viene semplicemente buttato in un buco. Perchè da quel giorno, 1972, non si seppe più nulla del suo corpo.

Ho scritto la storia di Abdullah per far sì che esista, ma l'ho anche scritta in questo momento per cercare di farvi entrare nel clima di che cos'era la Resistenza che ha fatto l'Intifada.
In questi ultimi mesi, più volte, ci sono stati momenti di enorme tensione qui e voi che mi leggete, mi avete più volte chiesto se era la terza Intifada.
Sarò sempre al fianco degli shebab che tirano pietre e fuochi d'artificio ai nazisti israeliani nelle strade. Ma quella non è Intifada, è protesta e finisce lì. Sono cambiate le persone, le circostanze, il momento storico, la vita.
Quando la sorella di Abdullah piazzò la bomba a Nablus, questa città non aveva “rafidhia” piena di bar, negozi global, ristoranti. Un quartiere che si riempie tutte le sere. Non c'era l'Iphone, internet e tanto altro.
E ora, il finale e il perchè di questa storia in questo momento: per onestà intellettuale, per i diritti umani e per tutti gli Abduallh che sono morti per salvare le vite degli shebab, loro compagni.
Certo che sta per esplodere qualcosa in Palestina, è evidente, ma non è l'Intifada.
E' la guerra civile fra Al Fatah, Hamas, PFLP e Jihad Islamica. Cioè, è la fine. E, come avevo già scritto in precedenza, il cerchio sarà chiuso dall'interno, dai Palestinesi, così israele per la storia sarà innocente e aveva solo tentato di stabilire la democrazia.


Abdullah Ahmad Hasan Alshami di Assira, Nablus, è esistito e questa era la sua storia.

giovedì 23 ottobre 2014

LA SPERANZA


Ieri buona parte di Al Quds (Gerusalemme) è insorta per difendersi. Sì, è così e sapete da dove è evidente che è così? Perchè gli shebab tirano pietre e fuochi d'artificio a israele che ha ogni tipo di arma e uccide, ma soprattutto.... vogliamo contare quanti moti ci sono? I numeri non mentono, possono mentire se manipolati, certo, è già successo nella storia. Ma, se in uno scontro vi passano la notizia “scontri fra i terroristi palestinesi e il democratico israele, risultato: 3 morti palestinesi, nessuno fra gli israeliani” e così ogni giorno.. Scusate...ma si capisce chi sono le vittime, no? Altro aspetto FONDAMENTALE: ci sono 7000 Palestinesi prigionieri di israele. Quanti israeliani ci sono nelle mani dei Palestinesi? Zero. Queste cose le dico per chi non ha la possibilità di venire qui e vedere i checkpoint e cosa succede in quei luoghi, per chi non può venire qui e vedere cos'è il muro dell'apartheid e per vedere cosa succede ogni giorno, con i coloni, che possono sparare a chiunque per “difendersi”. Difendersi da che cosa? Da uno che li manda a fare in culo?
Ma ci pensate, se voi mentre state camminando per andare al supermercato o al lavoro o a scuola incontrate esseri che sono liberi di spararvi perchè non vi vogliono? Qui è così. Israele ha il mondo in mano, può fare il cazzo che vuole. Nessuno lo ferma.
Breve introduzione a parte..ieri è stata un'alta giornata emblema dell'ingiustizia e di ciò che ho appena detto.
Un ragazzo va con la sua auto contro i coloni israeliani fermi alla fermata dell'autobus. C'è il video dell'incidente ed è difficile stabilire da quelle immagini se si sia appositamente lanciato contro i coloni o se abbia perso il controllo dell'auto. Appunto...è difficile da capire, ma il democratico israele reagisce così: i coloni non feriti tirano giù con le mani il ragazzo dall'auto e gli sparano. Nel video il ragazzo è per terra che si muove e parla e un colono gli punta la pistola in faccia. Cioè...hanno già eseguito la condanna e deciso che è un terrorista, così...
Nel video poi si vede che il ragazzo viene portato all'ospedale e da lì in poi...ecco il mostro che fa.. impedisce ai parenti di entrare in ospedale per vedere come sta, ufficialmente lo stanno operando, ma poche ore dopo viene data la notizia che è morto. Eppure quand'era per terra non era una ferita da morte...
Immediatamente i media internazionali si affrettano a dare la notizia che c'è stato un attentato terroristico a Gerusalemme.
Non voglio parlare ora di Ines, 5 anni, dopo..ne parlerò dopo perchè ieri sera ho avuto un dejavù su questa storia e voglio raccontarvelo.
Un mese fa nella prigione di Al Kahlil muore un prigioniero e israele non fornisce la ragione della morte. Insorge Al Kahlil e il club dei prigionieri fa pressioni. Esce la verità: è stato torturato a tal punto che è morto per le ferite inflitte in testa.
Ora, sapete perchè era in prigione quell'uomo? Un giorno con la sua auto ha investito una colona. E' rimasta ferita. Non si è fermato in quel momento perchè aveva paura di essere ucciso dai coloni (così com'è successo a Gerusalemme). Scoprì poi nei giorni successivi che nessuno l'aveva visto. Nessuno, solo la sua coscienza. E' padre di due figli e per la sua coscienza va dagli israeliani e dice “c'è stato un incidente, sono stato io, voglio costituirmi”. Viene messo in prigione e.....viene ucciso.
Due settimane fa un bambino di 13 anni a Ramallah sta giocando a pallone con i suoi amici. Un cecchino israeliano lo mira alla schiena, gli spara e lo uccide colpendolo al cuore. Quattro giorni fa in un villaggio sulla strada Nablus-Ramallah i bambini escono da scuola. Arriva un colono con la sua auto e investe due bambine una di 5 e una di 7. Una volta che le ha investite, mette la retromarcia e le investe di nuovo, poi scappa. La bambina di 5 anni, Ines, muore. Segue il silenzio...
Ecco, ora vorrei che ci fermassimo a pensare una cosa, molto importante: non è accaduto ora. E' accaduto cent'anni fa e quasi tutti i giorni, in Palestina.
Questi sono i fatti, no voglio fare riflessioni, solo una: non c'è speranza perchè è lì da dove mi leggete che è stata tolta la speranza. Questo però non significa che non si debba decidere da che parte stare, se dalla parte dei nazisti o dalla parte delle vittime. Si sceglie per la propria coscienza in primis (come il martire di Al Kahlil che si è consegnato a loro e sapeva benissimo a chi si consegnava), ma si sceglie anche per abbiamo tutti la responsabilità delle vite altrui, dei diritti umani. Nessuno è esente. E quando si sceglie si lotta con tutte le forze, si fa di tutto. Fosse anche solo una vittima, fosse anche una bambina sola di 5 anni.
Scrivetela voi la verità, sui muri, sugli scontrini della spesa, sui volantini, sulle pagine bianche dei libri di scuola, sulle pareti in plastica delle pensiline degli autobus, nei cessi degli autogrill. Scrivetela dove e in qualunque posto potete. Anche nel mondo virtuale di internet. Scrivete ed urlate la verità. Fatelo pur consapevoli che non c'è speranza, ma c'è coscienza. Date la coscienza a chi non ce l'ha affinchè non sia complice. Fate esistere: Ines, tutti gli uccisi, i 7000 prigionieri politici, i crimini di israele.


Un'ultima cosa: ai media italiani e a chi governa quella cloaca che è l'Italia....io con voi non parlo, così come non parlo con i soldati che ci sparano addosso. Voi avete ucciso Ines, e tutto il popolo Palestinese. Voi, sionisti. A voi auguro di non incontrare mai il mio sguardo.

martedì 21 ottobre 2014

Prigionieri politici palestinesi

Breve parte dell'intervista a Wael Dawabsheh, psicologo, sui prigionieri politici palestinesi, loro famiglie e altri casi di traumi seguiti da Wael. L'intervista integrale sarà nel prossimo film.

lunedì 20 ottobre 2014

FEDERICA E ISRAELE NAZISTA CHE DEPORTA



Non so quanti di quelli che mi leggono si ricordano l'inizio di SHOOT, ma c'è una scena dove siamo in un villaggio beduino a difendere le tende dai soldati nazisti israeliani che ci sparano ogni venerdì. E' Anata a Gerusalemme, vicino al muro. In quel villaggio, un anno fa, mi aveva portato Federica Marsi, una giornalista italiana. Dico.... Giornalista. Non voleva l'intervento degli attivisti perchè doveva fare un servizio fotografico alle tende, ci ha portati lì perchè aveva a cuore le vite di quelle persone, di quei bambini. Era qui per pochi mesi, Federica, e lamentava il fatto che dei beduini in Palestina non frega una mazza a nessuno. E infatti, quando con lei a distanza, riproposi all'organizzazione in cui ero di tornare lì a difendere le tende.....è seguito il silenzio.
Ora, per me una persona alla quale interessano i diritti umani e lo dimostra merita tutta la mia stima. Quando qualche giorno fa ho saputo cosa le è successo e sono riuscita a stupirmi ancora davanti al mostro.
Federica stava tornando in Palestina, con la tessera da giornalista, viene qui a fare il suo lavoro...
E' arrivata all'aeroporto Ben Gurion in quella roba che chiamano “tel aviv” e viene fermata per il controllo. I servizi di sicurezza digitano il suo nome nel motore di ricerca Google e esce un articolo che Federica aveva scritto sui 5 ragazzi di Hares. Niente di rivoluzionario, raccontava solamente la storia. Conseguenza: Federica è stata deportata (respinta) e non potrà rientrare qui fino al 2019.
Solo per aver raccontato dei 5 ragazzi di Hares......questo significa che anche Radio Diritto Zero verrebbe deportata e possono esserlo tutti coloro che si occupano di diritti umani o anche se solo si limitano a parlare di ciò che accade qui.
A Ramallah c'è il festival del fumetto in questi giorni, 3 giorni fa un fumettista francese che vi si doveva recare, ha ricevuto lo stesso trattamento di Federica.
Ovviamente il Governo italiano non dirà un cazzo davanti ad una sua giornalista deportata dai nazisti e nemmeno quello francese....... e tutti quelli che sventolano la “libertà di espressione”? Zitti..... perchè queste non sono icone costruite dai sionisti che si possono sventolare. No, questa è la realtà e raccontare la realtà si paga a caro prezzo.
Mi spiace Federica, hai tutta la mia stima, perchè fai il tuo lavoro, perchè mi hai portato a quelle tende beduine davanti a quei bambini per difenderli e per non essere stata accettata dai nazisti. In fondo, non essere accettate da israele ti erige su un piedistallo: quello dei buoni in un mondo che fa pena.


Qui trovate la testimonianza diretta di Federica Marsi all'aeroporto di tel aviv: http://www.vice.com/en_uk/read/i-spent-three-days-in-an-israeli-removal-centre-940

sabato 18 ottobre 2014

“CULNA GAZA” (siamo tutti Gaza)




Ieri, 17 ottobre era una data storica nella storia Palestinese, ma è stata celebrata nel peggiore dei modi.
Alla vigilia è stato ucciso un bambino di 13 anni che giocava a pallone da israele. Martire. Ma per me i martiri sono stati due. Qualche ora prima la polizia palestinese faceva irruzione ad Al Kahlil e uccideva, con lo stesso metodo di israele, un palestinese di 27 anni. Eppure quest'ultimo non è martire perchè non è stato ucciso da israele, nessuna menzione da martire e soprattutto la sua famiglia non beccherà uno shekel di supporto dall'ANP, cosa che invece fa per i martiri. Su questa vicenda la polizia palestinese si era blindata nel silenzio stampa dichiarando solamente che volevano arrestare dei delinquenti che tiravano molotov e che hanno avuto 7 feriti...... Alla faccia dell'arresto.. sparo dritto al petto. (erano in area C oltretutto) Non è la prima volta, due mesi fa è successo al campo rifugiati Askar di Nablus, in modo identico e anche quella volta dichiararono che era un delinquente senza ben spiegare di che cosa era accusato. Non c'è stupore, qui in Palestina, per fatti come questi. Sapete perchè? Perchè sono solo la punta dell'iceberg di un'oppressione continua da parte dell'ANP. E' veramente difficile scoperchiare questa pentola, ne avevo parlato un po' qui http://www.samanthacomizzoli.blogspot.com/2014/09/la-palestina-sotto-occupazione-economica.html . Ma ieri, 17 ottobre, è stata proprio la polizia palestinese a scoperchiare la pentola, con le loro mani. E quindi iniziamo da qui a far uscire la merda della seconda occupazione della Palestina dalla pentola che loro hanno aperto.
Dopo una settimana di assedio israeliano alla moschea di Al Aqsa con annessa chiusura della stessa per i musulmani davanti ad un processo di giuidizzazione di Gerusalemme, ieri, in tutta la Palestina erano state indette manifestazioni di solidarietà che dovevano iniziare dopo la preghiera delle 13,00.
Io ero a raccogliere le olive e sono arrivata vicino alla piazza di Nablus con un service. Quando sono scesa dal service mi sono trovata davanti i cammion della polizia palestinese dai quali scendevano flotte di polizia palestinese (corpi speciali). Che cazzo succede? Hanno chiuso la piazza di Nablus e vie adiacenti. Non c'era nessun modo di avvicinarsi. Non potendo affrontare gli scontri perchè non posso correre, siamo andate a casa. Ho appreso da internet che lo stesso era avvenuto a Ramallah, Betlemme ed Al Kahlil. Donne picchiate ad Al Kahlil, 20 arrestati a Nablus (dove hanno anche arrestato un fotoreporter e confiscato tutta l'attrezzatura ai media presenti). Questo è stato quello che, ieri, i media non hanno potuto nascondere e hanno divulgato e mi spiace, davvero mi spiace, vedere che le organizzazioni che difendono i diritti umani stiano silenziando tutto. Perchè chi difende i diritti umani non fa distinzioni. A me non interessa se chi li uccide è israeliano, turco, italiano o palestinese, va denunciato e fermato. Ovviamente lo scrivo perchè io non prendo soldi dall'ANP, né mi faccio pagare il bus.
Gli shebab che vengono rapiti da israele, una volta liberi, vengono rapiti dalla polizia palestinese che gli fa rimpiangere la prigione israeliana. Vi giuro, che al momento, non riusciamo a sapere quante sono le prigioni palestinesi, ma soprattutto quante persone ci sono dentro. Ogni giorno c'è la notizia di un nuovo rapito, ma il brutto è che nella maggior parte dei casi non viene data la notizia. E' un muro che parrebbe invalicabile quello della trasparenza dei dati sui prigionieri politici palestinesi nelle prigioni palestinesi. Però, con coloro che dopo un po' escono, si parla e (ovviamente senza fare nomi) quello che mi dicono lo posso scrivere.
Ero presente a Nablus, qualche mese fa, quando israele rilasciò i corpi di tre martiri dal cimitero dei numeri. Un martire era del DFLP, l'altro di Fatah e l'ultimo di Hamas. Dico “l'ultimo” perchè in piazza a Nablus arrivò per ultimo. Io stavo lasciando la piazza perchè volevo seguire il funerale del martire del DFLP (detenuto morto da 20 anni). Quando stavo per uscire dalla piazza, ho trovato la polizia palestinese che bloccava le uscite, ma soprattutto l'UCOI (corpo speciale palestinese). Sono riuscita ad uscire e alle mie spalle.......il finimondo. Era arrivato il feretro del martire di Hamas, sono partite le cariche..così...Hanno praticamente “abbracciato” chi partecipava al funerale. Alcuni di loro si sono sentiti “abbracciati” in modo violento da persone senza uniformi. Sgomenti “chi sei? Cosa voi?” risposta.. “devi venire con me, sei pericoloso”. Arrestarono (rapirono) 70 persone quel giorno che rimasero nelle prigioni palestinesi con una media di 15 giorni. Persone che non sono andate né a scuola né al lavoro per 15 giorni. Persone che sono rimate senza mangiare per giorni perchè ogni sera gli dicevano “tanto domani esci”. E invece rimanevano dentro. Molti di loro venivano portati nella stanza per l'interrogatorio, li lasciavano lì in attesa per ore, e poi venivano riportati in cella. Così nel silenzio. Continuavano a chiedergli perchè fossero in prigione e gli veniva risposto “perchè sei di Hamas, sei pericoloso e stiamo indagando”.
Sono comunque stati fortunati, questo lo dico perchè ad altri non è andata così. Un mio amico ha pubblicato su facebook la foto di Abu Mazen con una critica. E' stato convocato dalla polizia palestinese per interrogatorio.. L'interrogatorio è durato 3 giorni, si è però svolto con lui obbligato a stare su una gamba sola e ogni volta che cedeva e voleva mettere giù l'altra gamba gli arrivava una mazzata nella schiena. Altre persone sono state interrogate sedute sui vetri rotti. Tutti coloro che vengono interrogati mi parlavano di polizia palestinese/ucoi e altre persone nella stanza durante gli interrogatori, ma non sapevamo chi fossero (forse i palestinesi lo sapevano e non volevano dirmelo)..poi qualche giorno fa ho letto questo rapporto accademico https://www.academia.edu/6928226/Who_owns_the_spring_in_Palestine_Rethinking_popular_consent_and_resistance_in_the_context_of_the_Palestinian_State_and_the_Arab_Spring_ e ho trovato “chi sono quelle persone nella stanza durante gli interrogatori”. Sono gli Stati Uniti. E come mai ci sono i servizi segreti degli Stati Uniti dentro alle prigioni palestinesi durante gli interrogatori/tortura?
Questo non è un particolare da poco, è un tassello che vi aiuta a capire che non stiamo parlando di un governo corrotto e di polizia che fa schifo come in qualsiasi altro Paese. Il quadro qui è totalmente diverso: l'ANP lavora totalmente per israele. Gli interrogatori ai palestinesi sono per israele. Anche perchè non ci sono dati ufficiali, però io sono qui e il tempo passa e un po' di medie le posso fare.... L'80% dei palestinesi rapiti dalla P.P. (polizia palestinese) viene detenuto per breve tempo per interrogatorio. Dopo non scatta mai una condanna o un accusa di reato. La motivazione per la quale vengono presi dalla P.P. È perchè appartenenti ad un partito, così suddivisi: 40% Hamas, 40 % PFLP, 18 % Jihad islamica, 2 % Fatah. Attenzione..sto parlando dell'accusa che gli viene rivolta, non che questo sia vero. Moltissime persone vengono prese con l'accusa di essere di Hamas o del PFLP, ma in realtà non lo sono. E quest'ultimo aspetto vede la stessa procedura applicata da israele.
Pensavo che dopo la creazione del Governo Palestinese, qualcosa cambiasse in meglio, visto che Abu Mazen ha creato il Governo con Hamas. Invece no, la situazione è peggiorata e per tutti pure...
Ma, forse, è dipeso molto da Gaza..forse mentre israele la bombardava qualcuno stava già negoziando tutto.
Noi andavamo a manifestare con la maglietta con la scritta “culna Gaza”...siamo tutti Gaza....che ora è da ricostruire. Ecco, un altro punto che va denunciato, perchè fa schifo.
Gaza è stata distrutta da israele. Per ricostruire Gaza il negoziato ha visto al tavolo la partecipazione di Abu Mazen le Nazioni Unite e ...israele. Le Nazioni unite perchè devono mettere i soldi. Indovinate un po' a che accordo sono arrivati: per ricostruire una casa distrutta da israele a Gaza ci vorrà il “benestare israeliano”. La famiglia palestinese che vuole la casa ricostruita dovrà consegnare una modulistica compilata in ogni dettaglio, con tutti i dettagli e carte d'identità dei componenti della famiglia e attendere l'approvazione da israele (che avrà in mano tutto il malloppo di informazioni). Se israele dirà “sì”, l'ANP controllerà tutti i lavori e i movimenti di denaro che riceverà per poi pagare ad israele, questo perchè tutti le aziende che lavoreranno alla ricostruzione devono essere di israele. Quindi, alla fine, Abu Mazen paga per la ricostruzione di Gaza a colui che l'ha distrutta, israele. Durante la ricostruzione della casa, un drone sorveglierà il cantire per controllare che il sacco di cemento venga usato proprio per quella casa. Davanti a tutta questa impeccabile organizzazione, le Nazioni Unite hanno alzato le braccia soddisfatte perchè non dovranno sbattersi. Abu Mazen e israele potranno lavorare tranquilli per ricostruire Gaza.

Capita qui in Palestina che chi scrive report per l'ANP (che poi a sua volta li porta ad israele) vada dai miei amici e gli dica “perchè stai con questi persone straniere....?”.
Allora, vi dico una cosa..... io sono italiana e non è una vita che sono qui..ma l'unica volta che sono stata in un ufficio della polizia palestinese, sapevano già il mio nome prima che mi presentassi. Sono qui per difendere i diritti umani, se non fossi qui a fare tutto ciò che posso, sarei colpevole. Non faccio, come ho già detto, distinzioni nella denuncia e nemmeno nella vittima. Sto dalla parte delle vittime, sempre. Quando ero a quel funerale di Hamas facevo parte di un'organizzazione “per i diritti umani” che ha scelto di non dare quella notizia e che ha deciso di non andare al funerale successivo a Jenin dove c'era un palestinese ucciso dalla polizia palestinese.
Guarderò questa volta chi condividerà questo articolo, perchè chi dice di supportare la Palestina ed di essere contro l'occupazione e non denuncia ciò che sta accadendo per mano dell'ANP ha fatto una scelta: stare con israele, stare con i nazisti. Quindi, io con voi, non voglio avere a che fare. Non vi parlo nemmeno così come non parlo con i soldati israeliani.

Lo ribadisco: la Palestina è sotto 3 occupazioni, quella di israele, quella dell'ANP e quella del mostro economico creato dai primi due mostri. Il popolo Palestinese è vittima 3 volte.

venerdì 17 ottobre 2014

Raccolta delle olive...

Assira al Qabilja ed Azzoun




Burin per Ghassan Najjar, prigioniero politico

martedì 14 ottobre 2014

BRUCIATA LA MOSCHEA DI AQRABA



C'è l'odore dell'inferno questa mattina ad Aqraba, Nablus. Durante la notte i coloni israeliani hanno bruciato la Moschea di questo villaggio.
E' bruciata parzialmente perchè le persone sono accorse ed hanno spento il fuoco. Sulle pareti scritte in ebraico che “ricordano” Meir Kahane, estremista ebreo sionista fondatore del movimento Kach per l'eliminazione degli arabi.
Kach fu ucciso negli Stati Uniti, da alcuni Palestinesi. L'attacco di questa notte parrebbe essere partito dall'insediamento illegale di Bracha.
Dai coloni ho visto bruciare di tutto: due allevamenti (uno di pulcini e uno di conigli), un'altra Moschea, case, auto, ulivi, molti ulivi. E non posso dimenticare che hanno bruciato vivo Mohammed di Shuf'at, Gerusalemme.
L'ho scritto più volte: io non sono religiosa, ma se devo identificarli con una parola, per me loro, sono l'anticristo.


VIDEO DI MESI FA SULL'ALLEVAMENTO DI PULCINI BRUCIATO:

venerdì 10 ottobre 2014

YOUNES E IL GOVERNATORE (aggiornamento)


Non avevo più scritto aggiornamenti su Younes (nemmeno delle donazioni che stavano arrivando). C'era un motivo, perchè stavamo aspettando delle risposte...
L'aspetto più urgente per Younes era che iniziasse al più presto la cura presso Aburaya, il medico che l'aveva operato aveva usato la parola “immediatamente”. Peccato che nel frattempo siano passati più di due mesi e Aburaya continuava a non dare risposta di accettazione di ricovero a Younes.
Una settimana fa Palestine TV è andata da Younes, ed Hassan ha spiegato la sua situazione:
  • urgenza delle cure ad Aburaya
  • situazione di povertà estrema (casa fatiscente e mancanza di ogni cosa)
  • impossibilità di andare all'università

Voglio ricordare che Younes è sua una sedia a rotelle, a 17 anni, perchè l'8 di agosto ha partecipato ad una manifestazione in solidarietà a Gaza, per difendere i diritti umani; e i soldati israeliani gli hanno sparato alla schiena.
Ebbene, il servizio di Palestine TV ha portato il Governatore di Qalquilja con tutto il suo staff a casa di Younes. Il Governatore era molto arrabbiato perchè non sapeva nulla, nessuno lo aveva informato e sapete com'è....... non è bello che nella sua area ci sia un eroe abbandonato nella merda, sotto la sua responsabilità...
Così il Governatore di Qalquilja ha detto che provvederà ad ogni necessità per Younes: le cure, la scuola, i vestiti e anche la casa.
Al momento, un tecnico è venuto a prendere le misure della stanza al piano terra per poter costruire un bagno per Younes e gli hanno regalato una maglietta e un pantalone nuovi.
La cosa però che cambia lo scenario per la nostra campagna è che sabato Younes dovrebbe entrare nella clinica di Aburaya per iniziare la cura che durerà dai 4 ai 6 mesi.
Ora:
Noi abbiamo lanciato una raccolta fondi per mettere internet in casa di Younes, per comperargli uno smartphone, dei vestiti, per mandarlo a scuola e per aggiustare un po' la casa. Sapevamo fin dall'inizio che non saremmo mai riusciti ad assolvere a tutto. Luca Bauccio ci ha inviato i soldi per internet e sono arrivate altre donazioni per lo smartphone.
Al momento abbiamo installato internet in casa di Younes e pagato i primi due mesi, non abbiamo pagato più mesi perchè sapevamo che se va nella clinica non c'è a casa per usare internet.
Ma, a malincuore, devo comunicarvi che le donazioni al momento sono messe così:
  • rimanenza donazione per internet di Luca Bauccio: 35 euro (pari a un altro mese di internet)
  • altre donazioni per lo smartphone: 125 euro

Ringrazio coloro che hanno inviato per supportare Younes, ma come potete vedere siamo ancora molto lontani. So benissimo che in Italia si pagano le tasse e che la situazione economica è pessima per la maggior parte di voi. Non faccio appello alle associazioni pro-palestina perchè ho già visto che non hanno mai inviato un euro..... Non spero nel Governatore di Qalquilja. Che vi devo dire...? Niente, facciamo che dite qualcosa voi per favore?



mercoledì 8 ottobre 2014

L'IKEA (SVEZIA) RICONOSCE IL GHETTO PALESTINESE



Sono giorni che attraverso facebook le persone mi inviano link della “notiziona”..La Svezia riconosce lo Stato di Palestina..... Oggi mi è arrivato un messaggio che mi chiedeva di firmare affinchè il Governo italiano facesse lo stesso passo. Vorrei trovare un'espressione più diplomatica, ma questa storia mi ha stracciato le palle, davvero, e ancor di più chi è in contatto con me via facebook e dimostra di NON LEGGERE QUELLO CHE SCRIVO O FILMO.
  1. Di quale Stato sta parlando la Svezia? Cioè..dove sono i confini e chi li controlla? L'ANP non riesce nemmeno ad avere il controllo su un villaggio come Assira o Awarta o Howara, dico...su un villaggio. Per entrare a Gerusalemme ci vuole il visto, per andare a Gaza da qui peggio ancora....
  2. Tutta l'economia della Palestina è in mano ad israele, quindi a meno ché non si parli di una nuova forma di stato del tipo matrioska, cioè di uno staterello dentro allo stato padrone....e comunque sarebbe solo una regione di quello stato; non si capisce davvero come possa esserci lo stato di Palestina. Forse, si intendono i “ghetti” nei quali viviamo e dove israele fa quello che vuole?
  3. Ho già scritto che la Palestina è sotto 3 occupazioni: israele, l'Autorità nazionale Palestinese e per ultimo il mostro economico creato dai primi due.
Ma, sono proprio le parole del primo ministro di Svezia, Stefan Loefven, che dovrebbero aprirvi il cranio in due e farvi vomitare:
Il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo con la soluzione di due Stati negoziata in conformità con il diritto internazionale.

Il “conflitto”? Non c'è nessun conflitto, non c'è mai stato. Qui c'è un gruppo nazista militare che OCCUPA un altro popolo compiendo un GENOCIDIO. Se ometti e nascondi questo, assolvi di fatto i nazisti da uno dei più grandi crimini della storia, il genocidio del popolo palestinese. Altro segnale di grossolana complicità...: i due Stati.. Questo significa che la Svezia riconosce ad israele il diritto di esistere. Stiamo parlando, devo ricordarlo a questo punto, che israele è uno “stato” costruito attraverso la violenza del sionismo, che viola la religione ebraica, che ha rubato terra, diritto, libertà e ogni tipo di fonte al popolo palestinese. Questo non può chiamarsi “stato”, ha solo un nome: gruppo terroristico nazista. Immaginate se in Italia, avessero riconosciuto a Mussolini uno Stato di ¾ regioni e poi, dopo cent'anni, la Svezia avesse riconosciuto al resto del Paese di chiamarsi Italia. Ma di che cazzo state parlando?

E ancora.. “Una soluzione di due Stati richiede il mutuo riconoscimento e la volontà di convivenza pacifica”.
Ieri ero su un taxi, con la mia collega e il taxista. Arrivate alla rotonda di Howara, un colono di circa 17 anni ci ha sputato dentro ai finestrini. In un altro villaggio i coloni israeliani hanno massacrato un contadino che stava raccogliendo le sue olive. E così via...la moschea di Al Aqsa chiusa per i musulmani a suon di spari sui fedeli. Posto, ogni giorno, notizie di episodi di violenza immonda da parte di israele (coloni e soldati) sul popolo palestinese o comunque su chi non sia israeliano. La “convivenza pacifica” sta per “facciamo pace”? Come quando avevamo 4 anni e il mio amichetto mi rapiva la barbie? Perchè mi sembra che siamo a questo livello..e non fa ridere se si pensa a quanti stanno morendo qui e a quanti sono sotto tortura nelle prigioni, i 7000 prigionieri politici...
Appunto, non fa ridere, fa stracciare le palle, la Svezia, l'ikea che voi postate.....
La stessa commedia dell'Unione Europea che condanna la costruzione del mega insediamento vicino a Gerusalemme... E tutti gli altri insediamenti? Sono stati già condannati, vero? E....?

Chi supporta e porta avanti azioni così cancella (commettendo un crimine contro l'umanità) tutti i crimini commessi da israele. E' un complice.
Prima di riconoscere lo “Stato di Palestina” va riconosciuto israele colpevole di genocidio del popolo palestinese e va spazzato via da una terra che occupa con la violenza nazista militare e attraverso leggi militari che lui stesso ha fatto ed applica. Vanno rilasciati i 7000 prigionieri politici palestinesi, prima i bambini. Va dato il diritto al ritorno a tutti i palestinesi rifugiati fuori dalla Palestina. Va abbattuto il muro dell'apartheid, tutti i checkpoint e demoliti tutti gli insediamenti illegali. Insomma, va di fatto fermato il nazismo.
Dopo aver fatto tutto questo ci si può mettere a tavolino a discutere dello “Stato di Palestina”, dei confini (che a me non interessano), ma che in origine andavano dall'Egitto alla Siria e che ora stanno invece diventando il “Regno di Sion”.

Ma chi potrebbe mettersi a tavolino dopo passi così, non è sicuramente Abu Mazen, che occupa la Palestina attraverso una rete che nemmeno israele aveva organizzato, o forse no, forse è un'altra creazione dello stesso mostro. Sono certa che Abbas avrà un altro splendido palazzo, a Stoccolma e che le organizzazioni pro-palestina festeggeranno il secondo Stato (perchè a questo punto il primo è israele e la Palestina viene dopo..) con sfilate e ovazioni di vittoria. Buon selfie a voi tutti, noi prendiamo la merda qui.

lunedì 6 ottobre 2014

LA RESISTENZA: ANAS



Anas è stato rilasciato circa due settimana fa da israele. Fu accolto con una gran festa a Nablus. Quando lessi su di lui una breve nota, mi si spaccò il cuore e chiesi ad un amico di presentarmelo per fargli un'intervista. Non era una cosa semplice, ma accettò.
Anas è stato rapito da israele 3 volte e altre 7 volte dalla polizia palestinese. La prima volta è stato nel 2008, da allora è quasi sempre stato in prigione/i. Le modalità dell'arresto le sentirete nel video allegato.
Quando israele lo rapì la prima volta lo fece attraverso i servizi segreti. Lui diede una confessione che ribadì poi in seguito, fu rilasciata sotto pesante tortura. Da allora continuò a negare ogni accusa e da allora, tutta la prigionia che si è fatto, è stata in detenzione amministrativa. Cioè senza reato né processo. Quasi 5 anni della sua vita passati in cella e con ufficiosamente una ragione: perchè è di Hamas. A me non interessa se è di Hamas, di Fatah o del PFLP. Per me è un uomo, una vittima ed un eroe della Resistenza.
Anas mi racconta che ogni volta che si avvicinava la scadenza dei 6 mesi di detenzione amministrativa, gli veniva rinnovata. Non sapeva mai quando sarebbe uscito. Molti di quei mesi li stava passando in cella d'isolamento. Ed ecco una svolta: decide di intraprendere uno sciopero della fame. Con altri 3 prigionieri iniziano a scioperare se non gli verranno migliorate le condizioni in prigione. Dopo pochi giorni, Anas, vince. Viene tolto dalla cella d'isolamento e messo in una cella normale. Dopo un paio di mesi tutti i prigionieri politici in detenzione amministrativa intraprendono lo sciopero della fame ed inizia il famoso periodo dei 62 giorni ad acqua e sale.
Anas mi dice che in quel periodo era una vera e propria guerra dentro alle prigioni. Israele cercava in tutti i modi di punire i prigionieri che scioperavano: raid notturni nelle celle, ispezioni corporali e violenze psicologiche. Tolsero l'ora d'aria a tutti i prigionieri e gli imposero una multa perchè non mangiavano.
I prigionieri stavano (e stanno) vivendo una vita miserabile e il loro pensiero è alle loro famiglie che sono fuori, così decidono di rischiare il tutto per tutto per porre fine a quella vita. Anas fu portato in ospedale dopo 30 giorni, altri poco dopo. I muscoli non erano più nutriti da tempo ed alcuni prigionieri avevano iniziato a vomitare sangue. Anas mi dice che dall'ospedale sentivano le voci delle persone fuori che li supportavano e gli davano forza. Prima di iniziare lo sciopero avevano molti canali televisivi in prigione e da lì potevano apprendere le notizie di cosa accadeva fuori. Quando, però, iniziarono lo sciopero gli israeliani gli tolsero tutti i canali e ne lasciarono solo 3: israeliani.
Si fermarono dopo 62 giorni per la notizia dei 3 coloni rapiti. Da quel momento nelle prigioni era un massacro ai prigionieri da parte di israele. Gli scioperanti erano sfiniti e la violenza israeliana era non più sopportabile. Anas doveva lasciare la prigione dopo poche settimane, ma israele iniziò a bombardare Gaza, così, siccome dissero che non avevano tempo di occuparsi di lui...rimandarono ancora.
Anas mi dice che la libertà è tutto, se muore la libertà l'umanità ha perso.
La mamma e il fratello di Anas sono stati uccisi da israele durante la seconda intifada, sono martiri. Ma tutto questo non sembra interessare la polizia palestinese che rapisce Anas ben 7 volte. Su cosa ha fatto la polizia palestinese lo sentirete dalla voce di Anas nel video......Le motivazioni sono le stesse israeliane “perchè questa famiglia ha sempre avuto figli dei figli della Resistenza”. Servire e difendere la Palestina e i diritti umani parrebbe sia diventato motivo di rapimento anche per la polizia palestinese....

Anas mi dice che ora da giorni israele gli sta telefonando e gli dice “verremo a prenderti ancora”.


Per me è stato un onore intervistare Anas, spero che il video rimanga a tutti come importante documentazione di un prigioniero politico in detenzione amministrativa per aver difeso i diritti umani del suo popolo occupato dai nazisti israeliani.

domenica 5 ottobre 2014

LE SENTINELLE DELLA MINCHIA



Da due giorni su facebook vedo foto ed articoli su questa iniziativa di “sentinelle che pregano contro i gay” nelle piazze italiane, da Torino a Napoli. Perchè?
Perchè queste persone hanno la necessità di fare un'azione così? Non c'è la necessità, hanno già vinto: la nostra società E'omofobica/razzista.
Hanno lavorato anni nella manipolazione della società per distruggere il concetto di “amore”, facendoci diventare dei mostri.
L'amore è diventato il solo rapporto sessuale (per loro), l'accoppiamento primario. Per loro non esiste il dialogo fra due persone, il prendersi cura di una persona, una passeggiata, ridere e piangere con una persona. Per loro tutto questo non esiste e riducono tutto all'atto sessuale. Questo status mentale, per me, nasce dalla repressione. Voglio dire..se uno è libero pensa liberamente per la volontà degli altri. Se uno “ama”, lascia che anche gli altri “amino”.
E parto proprio dall'immagine che ho allegato...... del primo rivoluzionario della storia. Ho fatto la sua conoscenza prima attraverso la tentata manipolazione della società e poi da sola, leggendo i vangeli. Il vangelo secondo Matteo, soprattutto. Dove ci sono alcune verità poi state manipolate. Del tipo: Gesù era ebreo ed è stato ucciso dai Palestinesi.... Falso, (anche se non cambia il valore dell'uccisione) è il contrario e nel vangelo secondo Matteo, Gesù è cosciente di essere oramai accerchiato da loro e studia, non come salvarsi perchè è consapevole della fine che farà, ma come avere più tempo per far crescere la coscienza nelle persone. Altra manipolazione: l'agnello pasquale....forse dimenticata l'immagine e le parole di Gesù, che rispettava ed amava gli animali e non ha mai parlato di tradizione pasquale nell'uccidere l'agnello (questo nasce dalla pasqua ebraica).
Ma aldilà di queste due non verità che ho citato, è il concetto di amore che è stato manipolato.
L'amore inteso come possesso, come identificazione patriarcale di potere e di controllo che sfocia nella generazione della prole. Tutto ridotto ai minimi termini o ridotto in canali dai quali non si deve uscire.
Io posso amare un uomo, una donna, 10 uomini, 18 donne, un pesce palla, un cane, un salice piangente o una sedia e tutto questo senza chiedere nulla in cambio, perchè se dentro ho amore, ce l'ho e basta, senza condizioni o dettàmi. Questa condizione, lo ripeto, nasce dalla libertà. Gesù era un uomo libero ed amava, questa era la sua arma. “io non porto la pace, porto la spada”. Certo, perchè in una società che vive nell'”essere mostri”, la bellezza dell'amore è massacrante.
Sinceramente, io non so cosa dire a questi che vanno nelle piazze a pregare contro gay e lesbiche, sono dei mostri e io con i mostri non parlo.
Un giorno a Gerusalemme c'era il gay-pride, vicino al corteo c'era un uomo che protestava contro i gay. Disse “sapete il piccolo Mohammed, il bambino di Shuf'at che è stato rapito, torturato, bruciato e ucciso? E' successo perchè era gay”....
Ecco, che questo basti per capire che cosa sono i mostri e quanto siano lontani dall'essere umani.
Lo so che questo non ha nulla a che vedere con i report dalla Palestina, ma ogni volta che si distruggono i diritti umani, l'amore e la bellezza, mi va di scrivere.