giovedì 3 luglio 2014

RIDATEMI IL MIO PAPA' (un'altra notte d'orrore a Madma e Tell)

E' l'una di notte, i media palestinesi stanno passando le notizie su Shuf'at, Gerusalemme che vede gli scontri da più di 12 ore dopo che i coloni israeliani hanno rapito, picchiato, torturato e bruciato vivo il piccolo Mohammed.
E' una notte del periodo di Ramadan, quindi tutte le persone sono per strada, ma quasi nessuno si accorge che alcuni soldati israeliani si stanno avvicinando in silenzio, al buio, fra gli alberi, al villaggio di Madma, Nablus.
Quando qualcuno se ne accorge è troppo tardi, hanno già sfondato la porta di una casa e 6 jeeps più una carro-jeep stanno entrando nel villaggio.
Circondano la casa di Bashir Ahmad Salim Siada, dentro ci sono la mamma, la sorella, la moglie con i due figli piccoli. Chiedono di Bashar, ma lui non c'è perchè è andato alla moschea per pregare. La madre lo chiama al telefono e gli dice che ci sono i soldati che lo stanno cercando. Bashir gli risponde che arriverà. I soldati, una cinquantina, attendono dentro alla casa, con le donne e i bambini. Bashir arriva, dopo aver finito di pregare. I soldati nazisti senza dargli alcuna motivazione lo arrestano (rapiscono). Bashir ha 30 anni, lavora in una fabbrica di giocattoli e ha due figli; uno di un anno e uno di tre anni. Quest'ultimo, ai soldati nazisti israeliani ha detto “ridatemi il mio papà”. Rimangono ad attenderlo le donne e i bambini, quell'unico uomo in famiglia che manteneva economicamente tutti quanti. Rimane ad attenderlo suo figlio, sulla porta di casa, dopo aver assistito al suo rapimento.
Al villaggio mi dicono che oggi ci sono delle novità per l'altro rapito di 3 giorni fa a Madma, Mohammed Nahim. Gli hanno dato 4 mesi, in detenzione amministrativa, senza accusa e senza processo.
Ma i soldati nazisti israeliani non si fermano qui. Sono le 2,30 quando vanno via da Madma, ma anziché tornare alla base vanno in un altro villaggio: Tell.
Anche qui arrivano prima a piedi, in silenzio e poi con le stesse autovetture. Il gruppo a piedi arriva fra gli alberi e circonda la casa di Imahd Rihan. Qui, però. Gli shebab si accorgono della loro presenza e quando le jeeps fanno ingresso nel villaggio inizia la sassaiola. I soldati israeliani rispondono con gas lacrimogeni in gran quantità, granata gas e sound bombs. Uno sparo di gas colpisce un traliccio della corrente elettrica e le strade del villaggio rimangono al buio. Il villaggio è pieno di gas, ma gli shebab continuano la difesa a suon di pietre.
Intanto nella jeep grande hanno già caricato Imahd, accusa: nessuna, forse è del movimento di Hamas, o forse no. Sarà un altro della lunga lista degli arrestati da israele accusati di nulla e trattenuti in detenzione amministrativa. Cioè, rapiti.

I soldati nazisti israeliani lasciano il villaggio di Tell alle 3,30.


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